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In questi ultimi anni sto leggendo purtroppo quasi solamente libri d'evasione ... gialli-suspence, precisamente, ma scegliendoli di qualità (Turow, Deaver, Follett, Forsyth ...). In questo campo, devo ammettere che mi piacciono solo gli scrittori maschi (non leggerei mai un libro di Agatha Christie), e so riconoscere l'impronta maschile o femminile dopo massimo una pagina. Come pure so riconoscere se il giallista è italiano o straniero . Perchè non specificate il TIPO di prosa che vi piace?
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Un suggerimento riguardo al grande Hemingway: provate a legger due suoi libri (peraltro diversissimi) come Fiesta e Festa Mobile (a mio avviso, il suo libro più riuscito in assoluto) e il suo racconto Il gran fiume dai due cuori. Penso che gli scintillanti dialoghi di Fiesta, e le atmosfere magiche deo "Gran fiume" -ma, ancor di più, l'intensità di Festa mobile [duole, qui, segnalare, l'ingiustissimo ritratto che Hemingway fa di Zelda Sayre-Fitzgerald, la quale certo non lo meritava... ed era -anche se lo sanno in pochi- una scrittrice all'altezza dei grandi che conobbe, incluso suo marito]- vi prenderan parecchio. Un altro suo "pezzo" straordinario, a parer mio, è la parte iniziale (la prima, che è anche la più lunga) del "triplo romanzo" Isole nella corrente. Altro libro davvero straordinario è il Tropico del Cancro di Henry Miller (che, proprio come anche Festa Mobile, si svolge a Parigi), capolavoro di prosa difficilmente ripetibile (tant'è che anche T.S.Eliot, poeta di grandissimo valore e Premio Nobel, ne rimase profondamente impressionato).
Riguardo a Richard Bach: vero è che il suo Gabbiano rappresenta il punto massimo della sua creatività, ma c'è pure da dire che il successo ottenuto e la sua tendenza a girovagar da un punto all'altro (data la sua passione per gli aerei che lo accomunava ad Antoine de Saint-Exupéry) -cosa che non facilita certo il mantenimento di stabili legami- non gli ha, come scrittore, certamente giovato. Bach, difatti, è un autore la cui qualità risente direttamente l'influsso dell'andamento dei rapporti nella vita privata. Tant'è che s'è ripreso, poi, un pochino, solo dopo l'incontro con Leslie Parrish (attrice, all'epoca, abbastanza nota [da noi, specie per certe sue interpretazioni in telefilm]), che divenne la sua seconda moglie e tale rimase fino al divorzio nel '99). Si deve anche al positivo influsso della Parrish nei primi anni anche Nessun luogo è lontano, che segna una sorta di "ripresa" per Bach (messo in ginocchio da una situazione finanziaria tragica, complicata dalla disonestà del suo commercialista che lo espose a guai assai seri col fisco statunitense, fino a dover dichiarare bancarotta e vedersi sequestrare i diritti di tutti i suoi libri usciti sino a quel momento [Gabbiano incluso, ovviamente]. Onestamente, penso che scriver bene in tali condizioni, sia davvero un'impresa!)... Dopo una "svolta mistica" forse un po' eccessiva e brusca, l'impeto di Bach era sembrato spegnersi, ma... col nascere di un nuovo amore e il terzo matrimonio (quello attuale), c'è stata una nuova rinascita. Attualmente, questo autore sta vivendo, infatti, oltre ad una sorta di "terza giovinezza", anche un periodo assai fecondo (basti pensare ai sui "racconti dei furetti"). Quel che contraddistingue la gestazione del Gabbiano, però, è che -a quell'epoca- Bach non aveva avuto ancora successo (e aveva pochi soldi, nel complesso, cosa che gli faceva semplice la vita), ma ebbe -in sovrappiù- la gran fortuna d'andare a vivere in un luogo in cui il suo vicino di casa era nientemeno che il grandissimo Ray Bradbury (Bradbury è stato uno dei massimi esponenti della fantascienza e della fantasy e -fra l'altro- anche lo sceneggiatore di alcuni ottimi films, a cominciar da "Moby Dick"). Fu a Bradbury che Bach si rivolse, dandogli da leggere il manoscritto, per avere consigli sul Gabbiano. E proprio l'incoraggiamento di Bradbury (che gli spianò -a tempo debito- la strada verso l'edizione "in grande stile") fu -a mio parere- decisivo nel creare attorno al libro in gestazione quell'atmosfera di scrittura grazie alla quale Bach riuscì a creare un proprio stile -davvero straordinario- col quale costruire il suo breve ma ottimo testo. Bradbury niente aggiunse e nulla tolse, al Gabbiano: l'opera fu di Bach, interamente. Bradbury, da par suo, però, l'incoraggiò: e ciò fu sufficiente.
Paragonando Bach ad Antoine de Saint-Exupéry non voglio dir che questi autori siano da metter necessariamente sul medesimo piano (anche se son bravissimi ambedue e mi piacciono molto). Quello che voglio dire, invece, è che ci sono -nella Storia- degli autori che, per attitudini di vita, quantomeno, si somigliano davvero molto. Un altro grande autore che fu legato al volo (e ai vecchi biplani monomotore), come Bach e Saint-Exaupéry, fu William Faulkner (che perse anche un fratello nel circo dei "rodei di aerei" nordamericano). Cosa molto evidente, per esempio, nel suo libro bellissimo (e spietato) Oggi si vola. Un altro accostamento (che, spero, non farà infuriare troppo) è quello fra due grandi come Jack London ed Ernest Hemingway. Entrambi amavano il mare e navigare al largo. Entrambi scorrazzarono avanti e indietro per gli oceani su di una propria barca. Entrambi scrissero reportages "giornalistici" -di altissimo livello- appassionanti e straordinari (per cui Hemingway è noto, ma non meno belli sono quelli di Jack London: si pensi, per esempio, al tenebroso eppur bellissimo Il popolo dell'abisso, reportage di un'inchiesta sui quartieri poveri della Londra di quegli anni, con particolare riguardo alla vita di stenti condotta dai bambini). Oggi, il grande Jack London è ricordato soprattutto per cose come Il richiamo della foresta o Zanna Bianca (nemmeno fosse stato un "autore per ragazzi"!), ma è cosa -questa- che non deve farci dimenticare che scrisse anche capolavori senza tempo come il Martin Eden. In loro compagnia, inoltre, non si può certamente ignorare il grande Joseph Conrad (anch'egli appassionato marinaio), autore di capolavori del calibro di La linea d'ombra, Cuore di Tenebra (chi non l'ha letto, sappia che Francis Ford Coppola trasse da questo libro il suo film "Apocalipse Now") e I duellanti (da cui Ridley Scott trasse il suo film "I duellanti").
Di libri straordinari è proprio pieno il mondo (e per fortuna!)... Son, purtroppo, i lettori che -specie qui in Italia,- assai spesso latitano...
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ma13irob ha scritto: Il mio libro del cuore é "Demian" di Hesse (di lui ho letto quasi tutte le opere ma anche io il "Gioco delle perle di vetro" non l'ho capito
Anch'io credo di aver letto quasi tutto di Hesse e come te ho trovato molto interessante Demian ma non da meno Il Lupo della steppa.........con il gioco........non demordo Commenta: "Il piano infinito" di Isabel Allende... Condivido pienamente,l'ho letto di recente e lo trovo superbo Commenta:Il prossimo libro: vorrei dare l'attacco a "La casta" ma temo di arrabbiarmi troppo e lo continuo a tenere sul comodino...
lascia perdere...............rischi un attacco di bile, sono contenta dell'apporto dato da tutti,.............. eggendo i commenti molti libri,caduti nel dimenticatoio della mente,mi sono ritornati alla memoria ......... fra questi Momo di M.Ende l'autore della Storia Infinita...........e come detto da Dead nei post precedenti.........apparentemente fiabe ma di una profondità spaventosa...........
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... ad essere sincera non ricordo più tutti i libri che ho letto, ma penso che questo succeda anche a molti altri. Il libro che ha inciso molto sul mio modo di essere e di pensare è stato in assoluto Uno, nessuno e centomila di Pirandello per i motivi che, meglio di quanto possa scrivere io, sono ben esplicitati qui: http://it.wikipedia.org/wiki/Uno,_nessuno_e_centomilaTra tanti altri di vario genere, oltre a molti già citati,: ...E venne chiamata due cuori, il Ramayana, Nato in un giorno azzurro, il Cacciatore di aquiloni, I mille giorni di John F. Kennedy (che ho dovuto, ma molto piacevolmente, studiare). Ho iniziato più volte Un altro giro di giostra di Terzani, ma mi fermo sempre ... evidentemente c'è un passaggio che non riesco ad elaborare, ma prima o poi lo terminerò. Un'esperienza interessante che ho fatto diversi anni fa è stato incidere su nastro la lettura di diversi libri per il mio ex Prof. di Latino e Storia non vedente. Leggevo anche quattro ore quasi tutte di filato ad alta voce, ed era anche interessante ascoltarsi, ... solo che, sigh, in quel periodo a lui interessavano le Encicliche e i saggi di Eco, mai un romanzo :-((( Ultimamente leggo poco, posso farlo solo prima di andare a dormire, ma ... dopo al massimo una paginetta mi abbiocco di brutto :-) Tre mattine fa mi sono svegliata con qualcosa che mi pungeva la coscia e qualcosa di rigido che premeva sulla tempia sinistra. Erano una robusta guida didattica di Matematica ed i miei occhiali con i quali ho dormito comunque il mio solito sonno profondissimo. Il libro mi concilia il sonno :-) Per finire, richiamando quanto scritto da Ecofive, come altri personaggi di notevole caratura culturale ebbero a dire, (forse dico io) il più bel libro é la Bibbia. :-)
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Bella iniziativa Francesca! Personalmente amo particolarmente leggere i romanzi di Wilbur Smith, tra i quali quelli che più ho amato sono stati monsone, Stirpe di uomini e Gli angeli piangono... Nella categoria gialli colui che preferisco è Jeffrey Deaver tra i migliori secondo me sono quelli del ciclo di Lincol Rhyme (12 carta, il collezionista di ossa etc9 e poi i romanzi che sono rimasti nel cuore....Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen....Espiazione di Ian Mc Ewan....
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Si, bella idea questo topic. .... Francesca; sto prendendo una leggerissima -e platonica- cotta. :O
Neanch'io non leggo più cosi tanto... Oltre a qualche classico già citato, ho apprezzato la fantascienza "classica" (Asimov, Philip K.Dick, ecc... )
Per il resto è piuttosto disparata la faccenda; tanti autori in tante direzioni; Viviane Forrester, André Glucksmann, Milan Kundera, Richard Bohringer. Purtroppo quasi tutti non tradotti in IT. Mi sorprendono spesso le opere di non-scrittori di professione: ad esempio la meravigliosa opera di volgarizzazione scientifica di Hubert Reeves, e, come dimenticarlo, Il Diario di Frank.
Il libro mi attrae anche come oggetto; spesso li compro usati, alle pulci o da qualche "bouquiniste". Mi piace tentare di immaginare chi l'ha letto prima di me; si capiscono tante cose "leggendo" lo stato di un libro.
- Qualche barbaro in via di redenzione gli ha rotto la schiena, aprendolo a 180° e stirando la rilegatura con il dorso della mano... - Qualche angolo di pagina ripiegato; segno di un ...improvvisato segnalibro. La frequenza di questi ripieghi indica il potere di attrazione del racconto. - Le annotazioni presuntuose -perché indelebile- (fatte alla penna stilografica o mezzo inchiostro novecentesco) in margine mi infastidiscono, ci preferisco il soffio esitante di qualche riga alla matita, invito atemporale al dialogo. - A volte ci trovo dentro qualche immagine, una piuma, un quadrifoglio, una striscia di tessuto. Emozione pura. - A volte ci trovo qualche lettera ingiallita, che non leggerò mai.
Ciao
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Iscritto dal : 2/15/2009 Posts: 15,955
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Come dice azzurra ricordarsi tutti i libri letti è un'impresa,io ho spaziato in molti campi dalla filosofia alla fantascienza,dal romanzo alla mitologia greca ai libri con contenuto storico(questi sono i miei preferiti) e di poesie(pochi).Quello che è importante è leggere anche se dopo apparentemente non ricordi cosa hai letto,un qualcosa dentro ti resta sempre. P.S.Io sono uno che non ha avuto la possibilità di studiare ho solo la licenza di scuola media inferiore presa a 24 anni facendo la scuola serale ma sono convinto che uno come me se vuole può avere più cultura di un laureato.
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Iscritto dal : 4/2/2009 Posts: 1,367
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sioux ha scritto:Commenta:Per il resto è piuttosto disparata la faccenda; tanti autori in tante direzioni; Viviane Forrester, André Glucksmann, Milan Kundera, Richard Bohringer. Purtroppo quasi tutti non tradotti in IT.
Ma R. Bohringer non è un attore francese? esiste anche un omonimo scrittore?.............mai sentito chiedo perdono......... di Kundera ai tempi ho letto........ L'insostenibile leggerezza dell'essere ........... che ho trovato molto....... affascinante,ma per ovvi motivi mi ha fatto molto inc......are Commenta:Il libro mi attrae anche come oggetto; spesso li compro usati, alle pulci o da qualche "bouquiniste". Mi piace tentare di immaginare chi l'ha letto prima di me; si capisce tante cose "leggendo" lo stato di un libro. Anch'io amo molto i libri e per mia scelta non ho mai fatto la tessera in biblioteca,un libro che leggo deve essere mio e,per questo motivo,raramente leggo libri prestati da amici e ovviamente non li presto volentieri ( anche perchè in due occasioni non mi sono tornati indietro),quando sono in vena faccio un giro in libreria e spesso ne compro anche più di uno alla volta..........però ho un difetto non amo le edizioni economiche..........per una questione di estetica Ciao
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Iscritto dal : 1/7/2008 Posts: 1,839
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Sono spiacente ma non posso prendere proficuamente parte alla discussione perché le mie uniche letture sono le riviste di moda. Extra iocum , personalmente non c'è un genere letterario che ami al di sopra di ogni altro, mentre vi sono autori che prediligo. Preferisco i grandi romanzieri dell'Ottocento, stilisticamente trovo insuperabile Hugo ma mi commuove la profondità dei sentimenti che sono raccontati da Dostoevskji. Catturano la mia attenzione le storie in cui l'autore mostra la capacità di coinvolgere il lettore con la forza dei sentimenti come accade in Jayne Eyre (che preferisco a Cime tempestose). Non incontrano il mio favore né Orgoglio e pregiudizio né Emma di Jane Austen, benché la critica dell'autrice alla società del tempo sia mossa con sottile ironia li trovo romanzi godibili ma poco coinvolgenti; non mi commuovono come Balzac in Papà Goriot. Circa i testi da voi citati, concordo con IlRestoDiNiente: non mi piace Marquez né il tanto celebrato Cent'anni di solitudine né L'amore ai tempi del colera. Non mi piace neppure Dino Buzzati nessuno dei volumi citati (né Un amore né Il deserto dei Tartari) mentre mi piace Il grande Gatsby. Oltre ai classici, un'autrice che amo molto è Oriana Fallaci: Un uomo, Penelope alla guerra, Lettera ad un bambino mai nato...praticamente tutti. Anche il suo ultimo incompiuto Un cappello pieno di ciliegie. Tra i romanzieri contemporanei non mi piacciono le opere di Faletti, né Ken Follett e tanto meno Grisham: mi sembrano tutti libri scritti in serie. Ultimamente mi sto avvicinando alla fantascienza: genere per me sconosciuto. Solaris e Ritorno dall'universo di Lem si sono dimostrati al di sopra delle mie aspettative. In ogni caso se devo indicare un solo testo che amo sopra ogni altro non posso fare a meno di citare Cuore di Edmondo de Amicis (guarda caso un ligure!). Inutile dilungarmi sulle ragioni, basti dire che è l'unico testo che riesce sempre a farmi piangere. Comunque questo è un argomento su cui si può disquisire all'infinito
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Iscritto dal : 4/2/2009 Posts: 1,367
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wolfestein ha scritto:Come dice azzurra ricordarsi tutti i libri letti è un'impresa,io ho spaziato in molti campi dalla filosofia alla fantascienza,dal romanzo alla mitologia greca ai libri con contenuto storico(questi sono i miei preferiti) e di poesie(pochi).Quello che è importante è leggere anche se dopo apparentemente non ricordi cosa hai letto,un qualcosa dentro ti resta sempre. P.S.Io sono uno che non ha avuto la possibilità di studiare ho solo la licenza di scuola media inferiore presa a 24 anni facendo la scuola serale ma sono convinto che uno come me se vuole può avere più cultura di un laureato. Questo è poco ma sicuro wolf..........,la scuola ci istruisce,........ci accultura in tutt'altro senso,forse un po' ci modella pure(almeno ai miei tempi),ma..........la cultura è tutt'altra cosa
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Iscritto dal : 6/20/2008 Posts: 7,111
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francesca64 ha scritto:
Questo è poco ma sicuro wolf..........,la scuola ci istruisce,........ci accultura in tutt'altro senso,forse un po' ci modella pure(almeno ai miei tempi),ma..........la cultura è tutt'altra cosa
Infatti la cultura è quella cosa che ti rimane dopo aver dimenticato tutto quello che hai studiato a squola (e al giorno d'oggi la q ci sta tutta!!). Ciao.
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Francesca; Si si; è lui; attore e scrittore. Un uomo torturato, dunque generoso e senza inibizioni. E una persona speciale per me, forse perché ho la presunzione di riconoscermi in certi suoi scritti. Non so se fu tradotto in Italiano il suo "C'est beau une ville la nuit". Mi viene la pelle d'oca solo a ricordarlo. E per me un libro particolare. Sicuramente non ortodosso, ma scritto con le trippe. Bye
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Iscritto dal : 4/2/2009 Posts: 1,367
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tersicore ha scritto:Sono spiacente ma non posso prendere proficuamente parte alla discussione perché le mie uniche letture sono le riviste di moda. Ma..........nelle tue riviste ci nascondi dentro un libro?.......Per essere le tue uniche letture.........mi sembra tu abbia letto parecchio............ scherzi a parte,condivido il tuo amore per la Fallaci,della quale ho letto tutto e condiviso fino ad un certo punto le sue idee.............ho trovato piacevole il suo ultimo libro ma non entusiasmante come altri suoi scritti......... Commenta:Comunque questo è un argomento su cui si può disquisire all'infinito verissimo!!!!!!!!
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Iscritto dal : 4/14/2009 Posts: 2,264
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wolfestein ha scritto: P.S.Io sono uno che non ha avuto la possibilità di studiare ho solo la licenza di scuola media inferiore presa a 24 anni facendo la scuola serale ma sono convinto che uno come me se vuole può avere più cultura di un laureato.
Quest'ultima parte, presa nella sua essenza, è quella in cui credo di più, che ritengo più vera e che da valore ad ogni singola persona. Un conto è il nozionismo, altra cosa è il proprio bagaglio personale di vita. Mio padre ha semplicemente una quinta elementare, ma non l'ho mai vissuto come una persona "poco colta", tutt'altro. Mia madre ha, addirittura, solo una quarta elementare frequentata più no che sì. La sua materia preferita era la Geografia, perchè, come dice, con quella materia poteva girare il mondo con il pensiero. Ha mantenuto una tale curiosità intellettuale verso le cose del mondo da sfinire pure me: siccome è un po' sordina, devo ripeterle le cose lentamente e almeno per tre volte ... Ci sono tante persone che pur senza titoli, qualifiche, pezzi di carta, hanno un tale bagaglio di esperienze, di sensibilità, di curiosità, di attenzione verso il prossimo, di profondità di pensiero, di umanità ed anche di conoscenze della vita che, caspita!, posso solo ammirare, ascoltare e da loro imparare. :-)
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Concordo. Conta di più l'amore che si ha per la cultura che qualsivoglia "carta" con stampigliato un Bollo...
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monsee ha scritto:Concordo. Conta di più l'amore che si ha per la cultura che qualsivoglia "carta" con stampigliato un Bollo... E' giusto. Ma l'amore per la cultura dovrebbe trasmetterlo in primis la scuola, in quanto sede primaria di elaborazione e trasmissione della cultura, nella sua accezione più profonda. Il sapere ha una sua struttura precisa, molto spesso capire un concetto richiede la conoscenza di altri concetti e il professionista dell'istruzione ha il compito di far capire le discipline e trasmettere amore per la conoscenza. Che poi la professionalità degli insegnanti non sia sempre all'altezza, è un altro discorso (sia detto col massimo rispetto per gli insegnanti, sia per gli autodidatti). Negli anni 60 e 70 avevano creato una forte suggestione le teorie dei cosiddetti descolarizzatori (Illich e Freire), mentre io rimango convinto della centralità della scuola (come credo tutti gli interventi prima del mio), al di là dei "pezzi di carta"...
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Iscritto dal : 4/5/2005 Posts: 22,971
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La mia esperienza personale mi ha insegnato (purtroppo!) due tragicomiche cose: 1) la scuola è proprio quella che ti insegna a detestarla, la cultura (inclusa la poesia e -in generale- la letteratura, che rende insopportabili quasi come fa con la matematica); 2) la responsabilità di gran lunga maggiore di questo, ricade sul corpo degli insegnanti (che si ritengono impegnati ad "educare" -ahinoi!- prima che ad "insegnare" [e son due cose, a ben guardare, diamentralmente opposte e inconciliabili: o si "educa" o si "insegna", non ambedue le cose]).
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Iscritto dal : 5/17/2009 Posts: 659
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Non credo sia così. Nel contesto scuola, si può insegnare solo all'interno di un contesto educativo, cioé in un ambito in cui l'insegnante si occupa di istruzione, senza mai dimenticare che è anche un educatore e quindi deve essere sempre in grado di condurre i processi d'istruzione all'interno delle finalità educative che si prefigge. Comunque mi sembra di capire che né io, né tu, siamo insegnanti: se c'é qualche insegnante, dirà la sua.
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magomagu ha scritto:... si può insegnare solo all'interno di un contesto educativo E proprio il ritenere questo è il grande male che affligge l'insegnamento. Si devono insegnar le cose, non insegnar l'educazione (ruolo che spetta, invece, in primo luogo alla famiglia). Finché avremo gente che, invece di insegnare cose e idee -come dovrebbe fare,- e strumenti per capire e per pensare, s'ostina ad "educare" gli studenti, non caveremo niente, proprio niente. Son gli insegnanti, il male primario della scuola. Un male che deriva da lontano (dalle idee completamente errate di Piaget, per dirne una, su cui l'insegnamento intero oggi s'appoggia)... magomagu ha scritto:Comunque mi sembra di capire che né io, né tu, siamo insegnanti: se c'é qualche insegnante, dirà la sua Certo, sicuramente.
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La mia replica, come insegnante, ad entrambi é con documentazione alla mano e non con mie idee personali. Questa al momento attuale la situazione circa le riflessioni sul "contesto educativo": Quaderno del Patto di corresponsabilità educativa - MIUR Patto Educativo di Corresponsabilità Se qualche anima pia ha motivo ed interesse a leggere tutto, soprattutto il primo PDF, comprenderà meglio la complessità della situazione. Il secondo PDF è un'applicazione pratica di quanto siamo tenuti a redigere. Per il resto, non desidero distrarre oltre l'argomento del topic aperto da Francesca :-)
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