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Magomagu Hai scritto: "non è possibile che esista una zona franca (la rete), dove le leggi dello stato non si applicano" Te la rifaccio al rallentatore: Piano fisso, caffè fumante: - Magomagu è una brava persona. Da buon padre di famiglia si preoccupa di garantire un minimo di "tutela educativa dei minori". Bene. Nobile. Zoom avanti, scarpe della Domenica: -Magomagu è anche un cittadino responsabile. Da elettore convinto si premura di affidare il suo voto alla democrazia. Lodevole. Condivisibilissimo. Panoramica "alba raggiante", canti di uccelli: -Tutto dovrebbe filare liscio, dunque. Magomagu vota, e le istituzioni -di matrice democratica- catalizzano i voti di milioni di Magomagu in strumenti legislativi. Strumenti tesi a garantire la stessa democrazia e a perennizzare i suoi nobili valori, compresi "la dignità umana e la libertà individuale". Formidabile. Quasi orgasmico. La camera slitta dietro il palco, un topo scappa. Risveglio: Questa è la trama del Truman Show. Qual'è la realtà, Mago? La realtà è che lo stesso stato -in particolare modo in Italia- è da tempo una zona franca. Cioè un posto dove ognuno fa gli "affari" suoi. La nozione stessa di bene comune è ormai un vago, quasi ridicolo, ricordo. La cronaca è una lunga litania di fatti a sostegno della mia accusa. -Questa "democrazia" è figlia dello stupro: neanche la regolarità delle elezioni è cosa sicura, vedi i voti degli residenti esteri controllati dalla mafia -cronaca recente-. Il voto o il progetto di legge di un senatore colluso dovrebbe garantire fra altro la "tutela educativa dei minori", "la dignità umana e la libertà individuale"? Chi, quale instituzione, organizazzione -nazionale o internazionale- potrebbe avere un minimo di legittimità per imporre e garantire un controllo integro, anche soft, alla rete? Senza parlare della fattibilità tecnica della cosa, delle resistenze lobbistiche e degli inevitabili effetti perversi. Io penso che dobbiamo imparare loro la sopravvivenza, Mago. In rete e fuori rete. Dobbiamo contare in primis su noi stessi e sulla trasmissione individuale della facoltà di discernimento. Questo per me vuole dire anche imparare il vizio ed i suoi meccanismi ai nostri ragazzi. Non certo per farne uso, ma per saperlo individuare, per riconoscerlo in tempo laddove possibile. Non basta un ipotetica legge o una messa in guardia; tante volte il bisogno di trasgressione -o la latitanza parentale- si nutrono di questi palliativi. Io ho sempre cercato non solo di spiegare, ma anche di illustrare quello che ritengo pericoloso a mia figlia. Hobbes? - Dovresti noleggiare il cinico " Delivrance" di John Bormann. E smetterla di sperare che una legge ci salverà. ;) Ci salveremo noi. Si salvi chi può. Amichevolmente, Sioux.
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@ Sioux
Oggi ti sento tonico e pimpante, mi fa piacere che tu sia in gran forma... Forse era da tempo che avevi voglia di dirmi queste cose, e ti ringrazio.
Comunque, non dubitare, i segni di degrado e di allarme sociale li vedo benissimo anch'io.
Ma per me non è ancora scattata la campanella del "Si salvi chi può".
E' scattata, e da tempo, quella del "Salviamoci tutti" oppure del "Salviamoci nel maggior numero".
Per un motivo semplice. Una società è civile nella misura in cui tutela soprattutto le sue fasce più deboli.
E la legalità è lo strumento fondamentale per proteggere i più deboli: siano minori, anziani, disabili, disoccupati, emarginati e quant'altro.
Non ci trovo nessuna utilità nel fare l'apologia della legge del più forte, o della situazione di chi si arrangia è più furbo... E' la stessa filosofia di coloro ai quali mi oppongo e ai quali vorrei contrapporre un modello diverso...
E poi, ho abbastanza tempra per pensare di riuscire a cavarmela se mi trovassi nell'inquietante realtà di "Un tranquillo week end di paura": ma gli altri? Preferisco prevenire, anziché trovarmi in quella situazione, e una buona legge, un buon controllore e il senso civico (ancora lontano) di tutti possono raggiungere questa finalità.
Per Internet, poi: ci sarà pure una via di mezzo tra libertà assoluta al di sopra di ogni regola e tra la censura cinese, no?
;)
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[Sono in onesta forma, ben lontano pero del mio massimo. Grazie.]
-Devo scappare pomeriggio; spero trovare un po di tempo stasera per risponderti. Pero questa: "Non ci trovo nessuna utilità nel fare l'apologia della legge del più forte, o della situazione di chi si arrangia è più furbo... E' la stessa filosofia di coloro ai quali mi oppongo e ai quali vorrei contrapporre un modello diverso..." me la dovrai spiegare. Nel caso mi fosse rivolta, non corrisponde affatto a quello che ho scritto. Anzi, abituato come sono al vizio, c'ho messo le due mani avanti: "...\ Non certo per farne uso, ma per saperlo individuare, per riconoscerlo in tempo laddove possibile." ;)
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sioux ha scritto:me la dovrai spiegare. Nel caso mi fosse rivolta, non corrisponde affatto a quello che ho scritto. Anzi, abituato come sono al vizio, c'ho messo le due mani avanti: "...\ Non certo per farne uso, ma per saperlo individuare, per riconoscerlo in tempo laddove possibile." ;) Avevo legato questa frase all'educazione dei ragazzi. Mentre dal senso generale del tuo discorso (nessuna legge ci salverà, si salvi chi può...) avevo inferito una sorta di difesa dell'"arte di arrangiarsi". Se ho interpretato male, me ne scuso. Sui ragazzi, sono d'accordo. E' giusto quello che dici, fa parte dell'educazione. Tu l'hai fatto e io l'ho fatto. E continuo a farlo. Ma molti, troppi, degli amici di mio figlio non ha nessuno che lo fa. Genitori assenti. Figli da soli in casa, tutto il pomeriggio, fino alla sera. E che non si sa bene cosa fanno, dove navigano e con chi chattano. Il mondo è grande. Le situazioni sono diversificate. E c'é bisogno di regole. (p.s.: con l'augurio che rientri presto al top della forma...)
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magomagu ha scritto:........................ Il mondo è grande. Le situazioni sono diversificate. E c'é bisogno di regole.
Mi permetto di intervenire. Ora che la discussione si è spostata sul generale (rispetto alla originaria questione-Google), vorrei aggiungere che più che di regole, penso che oggi c’è bisogno di comportamenti, di esempi in famiglia. E’ molto facile mettere regole, anche perfette, ma non ci sarà mai l’osservanza automatica da parte di tutti; per farle accettare e farle osservare è necessario che ci sia stato prima un’ educazione (nel senso di un’ abitudine a comportamenti), basata soprattutto sull'esempio pratico degli adulti educatori (genitori in primis, poi insegnanti …). Si ubbidisce ad una (giusta) regola solo se si è stati abituati ad ubbidire alle regole, cosa che oggi non succede spesso. Esempio personale: mio padre, quasi analfabeta e sempre disagiato, ha trasmesso pari pari alla sua numerosa figliolanza il suo disprezzo per gli ipocriti e i disonesti; a me oggi riesce difficile andare contro questa “regola”. Ma qui si ritornerebbe al punto dolente di magomagu (“… molti, troppi, degli amici di mio figlio non ha nessuno che lo fa. Genitori assenti. Figli da soli in casa, tutto il pomeriggio, fino alla sera.”). La soluzione di sioux, benchè troppo individualistica, pare l’unica realistica.
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Haug Magomagu e tutti quanti
Imparare il vizio è -nella mia visione- offrire l'opportunità ai ragazzi di saperlo riconoscere, scovare. Condizione essenziale secondo me per potere contrastarlo, o per tentare di anticiparne le mosse. E un concetto passivo; di protezione, non di aggressione. Avanti con le metafore: ==>> Se vuoi imparare al tuo figlio il gioco del poker, devi naturalmente imparargli le regole "legali", ed incoraggiarlo fortemente a seguirle. Ma secondo me devi imparargli anche i trucchi, le tecniche di baro. Non si tratta certo di apologia, di incoraggiamento, ma di offrire degli strumenti atti ad individuare comportamenti o dettagli sospetti. Io personalmente rifiuto di cominciare una partita -in estate con 37° all'ombra- con uno in tavola che indossa una giacca a maniche lunghe. ;)
-Sempre metaforicamente parlando, sempre a sostegno dell'Educazione Positiva al Vizio [© Sioux 1989]: [Per inciso: mi sta tornando proprio adesso un livello di forma superiore...]
==>> Leggi su un forum una frase tipo: "Dico solo una cosa NO COMMENT...". Non so cosa fai tu, ma io salto sull'opportunità didattica e chiamo Tam, mia figlia. Gli chiedo di punto in bianco (l'effetto di sorpresa essendo determinante in questo caso) cosa ne pensa. La donnina della mia vita mi guarda insospettita (..e questo è già un segno che la mia strategia educativa non è tutta da buttare...) poi si degna di leggere e commentare la perla: - "Bè. E speciale come concetto; il tipo dice espressamente che non ha niente da dire." Da buon indiano, faccio l'indiano: - "Ma ti sembra coerente?" Lei: - "No, anzi, è 'na cosa contorta; come un dealer che rischia l'arresto in centro città proponendo una dose di nulla. Il est louche, le type." Io, gonfio di paternale orgoglio: -" Bien. Stai alla larga della droga. I pusher sono dei bastardi."
-Ecco, spero di avere chiarito il concetto del E.P.V.[© Sioux 1989] ;) ;) ;) ;)
- Per il resto,; arrangiarsi non è poi un male, sempre nel contesto di questa discussione e purtroppo nella situazione nella quale versiamo. Anche in questo caso il mio è un concetto positivo, pragmatico ma non aggressivo. Io considero che le istituzioni non sono attualmente in grado di proteggermi. Cerco di farlo io in modo soft, senza sconfinare nell'illegalità o nel danno ad innocenti. Mi sento costretto ad arrangiarmi, mio malgrado, e ribadisco che la mia è un accusa alle istituzioni corrotte e\o inefficienti, non certo un desiderio di fare il Rambo di turno. Tornando al Web: una via di mezzo fra libertà totale e Cina? Non ci credo. Nel migliore dei mondi sarebbe forse possibile in modo concertato su larga scala. Ma non nella situazione reale ed attuale. Non con la posta economica in gioco. La protezione la più efficiente dei deboli e la più rispettosa dello "spirito Internet" potrebbe essere semplicemente quella messa in atto all'interno del nucleo familiare. Ma ormai questo nucleo è in fissione. Ho scritto "si salvi chi può" perché sono cosciente che tanta gente non vede -o non vuole vedere- la situazione sociale contro la quale andiamo a sbattere. Mi fa senso questo, molto sinceramente. Vengo da un'altra galassia, e so che purtroppo siamo ancora agli inizi, e che ci sarà tanta carne da macello, virtuale ma sopratutto reale.
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Ci stiamo un po' allargando..., comunque:
@ Square Da buon nonnetto, sarai già a letto. Intervieni sempre con la consueta saggezza. La famiglia è molto importante, ma tieni presente che rappresenta solo un pezzo. Man mano che ti sposti dai piccoli paesi alle grandi città, ti rendi conto che acquistano sempre maggiore importanza la scuola, la tv, il pc, le politiche comunali su giovani, tempo libero, ecc, in qualche caso la parrocchia. Sono tutti strumenti che influenzano e orientano i comportamenti.
Sull'abitudine a ubbidire: penso ti riferisca al senso civico e in questo caso sono d'accordo. L'abitudine a ubbidire, in sé, non la considero un valore. Il senso critico ci deve sostenere sempre. "L'obbedienza non è più una virtù", è un grande libro di don Milani, pienamente valido anche oggi.
@ Sioux
Nel tuo secondo post, mi hai dato l'impressione di aver alzato un po' il piede dall'acceleratore. Meglio così: eri arrivato anche a dire "neanche la regolarità delle elezioni è cosa sicura" (ti aveva preceduto Berlusconi nel 2006...)
Siamo diversi in alcune cose. Ma questo lo considero una ricchezza, non un limite.
Perfino sull' "insegnare il vizio" non sono tanto d'accordo. Secondo me l'educazione deve essere in positivo: le cose "negative", mio figlio le sa già tutte. Le impara dagli amici.
Mi sembra che abbiamo in comune, in certa misura, uno spirito un po' ribelle e insofferente. L'esperienza però mi ha insegnato che è più produttivo sforzarsi di incanalarlo in direzioni il più possibile costruttive. Gli scontenti e i delusi (ma anche i disperati) sono tanti, forse il vero obiettivo è trovare il modo di tenerli uniti. Se queste forze continuano a disperdersi, si farà molta più fatica a raggiungere qualche risultato. So bene però che non è facile trovare un denominatore comune.
Tu forse hai anche uno "spirito trasgressivo", che a me manca. Da questo punto di vista, sarò forse un po' più "fesso", ma non m'importa.
Sulla condanna di Google: sono esausto. Aspettiamo metà maggio. Per quella data saranno rese note le motivazioni della sentenza e ne riparleremo a ragion veduta. Ieri l'altro ho sentito per radio un'intervista al papà della vittima e alla mamma di uno dei bulli. Il papà ha detto che in questi anni si è creato un fortissimo legame tra tutte le famiglie coinvolte. La mamma mi ha colpito, ha parlato con tono ancora affranto, dopo 4 anni dai fatti. Ha detto che prova ancora oggi una profonda vergogna per quello che ha fatto suo figlio. Ha ricordato che tutti i ragazzi hanno perso l'anno scolastico e che - da allora - continuano ancora oggi a fare volontariato in un Istituto per disabili. Come dire: se non altro, da una vicenda squallida, ne è nata un'occasione di crescita. ;)
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:) hai scritto: "Nel tuo secondo post, mi hai dato l'impressione di aver alzato un po' il piede dall'acceleratore." Lontana da me l'idea di deluderti, anzi; - Sono persuaso, più che mai, che "neanche la regolarità delle elezioni è cosa sicura", (probabilmente la solita divergenza culturale: io tendo per natura a non fidarmi del risultato del voto se quest'ultimo è falsato dalla malavita organizzata) cosi come sono convinto che i politici attuali, nella loro stragrande maggioranza, non hanno assolutamente nessuno senso dello stato o del bene comune. Sono serenamente convinto che la democrazia "praticata" nella maggiore parte del mondo è una parodia, e purtroppo che il mondo politico italiano è maestro in questa commedia dell'arte. I recenti dati sulla corruzione non li ho inventati io; roba da fare arrossire le "democrazie africane". Mi dispiace, ovviamente, ma non ci posso fare nulla. Non ho nessuna ghigliottina da importare, ma non voglio essere complice di questa buffonata. Io faccio il bravo ragazzo; sto al gioco del onestà, pago le tasse, lascio il posto alla vecchietta nel bus, anche perché questo è la mia natura. Pero non mi aspetto nulla di positivo dal potere e dai suoi rappresentanti. Men che meno una protezione, che sia essa virtuale o reale. Non mi fido di questa gente. Questa gente è inaffidabile. Osservo, sorrido spesso e faccio da me; faccio la mia strada. In Italia o in Kenya, a me poco importa in fondo. La mia non è aspra rassegnazione; ma platonica filosofia, ultimo scalino della saggezza, luminoso distacco condito con un pizzico di autoironia :=0 Ciao ottimista. Buona Domenica. PS: Tu non sei fesso, penso hai semplicemente difficoltà ad accettare la realtà. Ne testimonia questa tua asserzione: -"le cose "negative" mio figlio le sa già tutte. Le impara dagli amici". :) Perché mai allora provi il bisogno di proteggerlo da Internet? Dov'è il problema se tuo figlio e i suoi amici si sono veramente affrancati dal candore?
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@ magomagu:
>> Da buon nonnetto, sarai già a letto. Non so se sarei un buon nonnetto - se i miei figli avessero prole; ho qualche dubbio. E vado a letto presto apposta, per poter leggere la mattina, a mente fresca, gl’interventi dei giovani intellettuali.
>> Ci stiamo un po' allargando...,: Hai ragione, la discussione ha trasbordato su un tema un po' diverso, soprattutto col mio intervento. Divagazioni … ovvie, dirai. Comunque, faccio una puntualizzazione e chiudo il mio tema.
>>La famiglia è molto importante, ma tieni presente che rappresenta solo un pezzo ... Sono d’accordo, non volevo certo esaltare la “famiglia”-mito meridionale, come panacea dei mali moderni. Non ho mai creduto nemmeno all'idea della famiglia felice; ci sono troppi casi in cui essa non funziona, a Nord ed a Sud, e non credo potrà mai funzionare, stante i problemi famigliari oggettivi o l’incapacità o l’assenza reale o virtuale di uno o entrambi i coniugi. Ma mi pare un fatto che la maturazione di un giovane che riguarda il carattere, l’affettività, il modo di porsi con gli altri la da’ solo il nucleo di origine, le figure madre\padre. Il che – se è vero – significa che bisogna al più presto trovare modi, modi reali e concreti (non soluzioni parziali come cercare di controllare la TV o sperare che il Comune faccia una buona politica per i giovani), per surrogare in qualche modo l’azione famigliare quando è carente.
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sioux ha scritto:
PS: Tu non sei fesso, penso hai semplicemente difficoltà ad accettare la realtà. Ne testimonia questa tua asserzione: -"le cose "negative" mio figlio le sa già tutte. Le impara dagli amici". :) Perché mai allora provi il bisogno di proteggerlo da Internet? Dov'è il problema se tuo figlio e i suoi amici si sono veramente affrancati dal candore?
Non credo sia questione di accettare la realtà, ma di come affrontarla. Nello specifico di mio figlio con Internet. Sa le cose buone e le cose "cattive". Ma, in questa sua difficile fase adolescenziale di crescita, chi mi assicura che nel chiuso della sua camera e con i suoi amici, faccia solo le cose "buone"? So che ti suonerà male, ma diventa centrale anche il tema del controllo. Allora, lui si collega a Internet solo nel fisso, che è appositamente in una sala dove chiunque ha accesso in ogni momento. Sapere le cose buone e le cose cattive, non vuol dire fare in automatico solo le cose buone. Hai mai visto, su una strada statale col limite dei 70 Km/h il comportamento degli automobilisti abituale e lo stesso loro comportamento quando è presente la Polizia Stradale? Il controllo può far storcere il naso a molti, ma credimi... in ogni attività umana (compresa la politica) è indispensabile... Infine: la tua filosofia di osservare e basta, un po' mi sorprende... Di fronte al lento "passaggio della caravana del potere", mi sarei aspettato una qualche forma "attacco" (di astuzia, d'impeto, ecc.) e non l'impotente abbaiare dei coyotes (scusa l'immagine, non vuole certo essere offensiva, me l'ha richiamata il tuo avatar...) Ciao ;) @ Square: condivido le tue osservazioni sul valore e l'importanza della famiglia, anche se dovremo attrezzarci per il futuro. L'espressione "nonnetto" non è tanto legata (nel gergo giovanile) alla presenza di nipoti, quanto alla differenza generazionale. Figurati che mio figlio, quando critico la musica che ascolta, mi dice: Papà, tu sei un nonnaccio, non puoi pensare di capire questo genere... ecc... Buona domenica.
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Si...continuo a pensare che non metti a fuoco la realtà...
- Nello specifico di tuo figlio con Internet: Chi ti assicura che nel chiuso della sua camera e con i suoi amici, tuo figlio faccia solo le cose "buone"? - Ma nessuno, Magomagu. Chi mai dovrebbe, potrebbe assicurarti una cosa del genere??? Nessuno. Perché nessuno, compreso Magomagu, nel chiuso della sua camera e con i suoi amici, ha mai fatto solo le cose "buone". Si chiama istinto, desiderio di trasgressione, curiosità, attrazione morbosa ecc .... Ma ribadisco, dov'è il problema? Evidente che tutti siamo attratti dalle "cattive" cose. Tutti avviciniamo la mano per accarezzarle. Altro quesito è capire se tuo figlio sappia fermarsi prima dell'irreparabile, prima del morso. Ma questo è per il 90% un vostro intimo problema. In gran parte è legato alla forza del vostro rapporto, alla tua potenza di convinzione, alla qualità globale dell'educazione che gli hai offerto, e al controllo che TU ti senti di dovere ancora esercitare su di lui. Nessuna legge o Hobbesiano contratto potrà mai sostituire questa premessa. Tu dovresti conoscere tuo figlio meglio di chiunque. Il restante 10% sfugge a qualsiasi controllo, si chiama sfiga e può capitare a tuo figlio, a mia figlia, a tutti i figli del mondo. Sfiga. Metaforiamo, tanto per cambiare: il pneumatico che esplode a 130 km\h sull'autostrada. Il veicolo era in perfetto stato, il manto stradale impeccabile, le condizioni meteo perfette. Eppure..sfiga.
- Riguardo a mia filosofia di osservare e basta,e a una qualche forma di "attacco": Io non pretendo di salvare la repubblica Italiana. Attacco? Ma non è la mia guerra. Se le cose smettono di farmi ridere, se mi diventano insopportabili, piego la tenda e vado a vedere altrove. Da quando io devo rischiare le chiappe per un sistema plebiscitato dal popolo sovrano? Per adesso ho tirato le somme di quella che penso essere la situazione reale, e mi comporto di conseguenza. Vuole dire che vivo a fianco del sistema, di sicuro non dentro, e di sicuro non a sue spese. Quando ci sarà una mossa realistica, una proposta credibile di cambiamento, allora aderirò. Premesso che, come dice Roselli, dovrà essere un cambiamento radicale e -aggiungo io- purtroppo molto doloroso. Per adesso vedo torpore, illusioni, palabre. Risulta urgente aspettare, non fare niente. Questo post ne è un esempio: Come limitare il rischio Internet tramite una mossa concertata? Non son riuscito a intravedere un idea praticabile. Allora, coerentemente con me stesso,in questo campo come in altri continuerò ad usare la mia soluzione, anche se è solo un imperfetto compromesso. Se ci sono novità credibili, fatemi un fischio. Sarò lieto di aggiungere il mio contributo.
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1) Probabilmente non mi sono spiegato bene. Non è il massimo parlare di argomenti come questo in poche righe, comunque... In altra occasione, ti avevo anticipato che il rapporto genitore/adulto e minore è un rapporto asimmetrico. E lo è a termine, cioé fino a quando - una volta cresciuto e diventato adulto - il rapporto diventa simmetrico. Un ragazzo deve imparare il principio di responsabilità e a fare delle scelte. Può fare delle scelte se ha consapevolezza delle conseguenze e se comincia anche a passare pian piano il principio che chi sbaglia, paga. Da questo punto di vista, il mio controllo si esercita sul fatto che lui abbia chiari i pro e i contro delle sue scelte. A 15 anni il gruppo degli amici diventa - o può diventare - più influente degli adulti di riferimento. Bene, ragioniamo. Il dialogo è tutto. E il controllo si affievolisce nella misura in cui rilevo la sua "maturità". Non ho il telecomando sul suo comportamento e accetto un certo margine di rischio. Ma lui sa che io sono sempre e incondizionatamente al suo fianco.
2) A proposito di aspettare/non fare niente/ attendere che piova dal cielo una proposta credibile...
Ieri, su Le Monde, c'era un lungo e interessante contributo di J. Bisset, docente universitaria a Roma III. Nella sua analisi della situazione italiana di oggi, rileva tra l'altro, "un sopravvento dell'ignavia", "una passività e un'accettazione che ricordano il periodo fascista"... Un'opinione interessante. Ma ovviamente, solo un'opinione.
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ilrestodiniente ha scritto:http://fernirosso.wordpress.com/2008/07/24/tratto-da-elogio-della-fuga-di-henri-laborit/
Beh, dài, non fare come quelli che mettonoi n un post due parole appena abbozzate e pretendono che gli altri che leggono capiscano ... Spiegaci prosaicamente Elogio della fuga ... dispiacere per un mondo perduto ... disfacimento ... o che altro?
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Mago
1) Sei troppo teorico, accademico. Lascia perdere i libri. Simmetrico, asimmetrico... Sii più carnale; parli del tuo cucciolo, mica di un quadro di Dali. Fra parentesi; il rapporto non diventa mai simmetrico; permane sempre un sottile gioco d'influenza, di forza, che può diventare devastante a lungo andare ;)
2)C'è un dettaglio che, spero, ti sarà fuggito: io sono straniero. Trovo assai buffo che un nativo abbia il "coraggio" di pretendere, appoggiandosi per di più ad un riferimento al fascismo, da uno straniero una mossa scatenante o un risveglio d'orgoglio repubblicano... Non sarà mica questo il lato fesso a cui alludevi, Mago? -Ripeto: questa non è mia guerra. Dovrebbe essere la tua, semmai. Tu voti, ti ho sentito più di una volta assai convinto della robustezza delle istituzioni del tuo paese e della rettitudine del loro garante: il tuo presidente della repubblica. Immagino che "il sopravvento dell'ignavia", "la passività e l'accettazione che ricordano il periodo fascista"...a cui allude il prode Bisset siano il fatto di possessori di una scheda elettorale italiana. (Gli unici a poter "democraticamente" e teoricamente migliorare le cose, se non sbaglio).
In decodificato; io vivo qui, lavoro, pago le tasse -cosa che tanti nativi non fanno- e cerco di comportarmi in modo corretto, finché nessuno mi spacca deliberatamente i marroni. Osservo con grande interesse la situazione, ma di sicuro non mi sento la responsabilità morale di scatenare una rivoluzione. Se a me diventa pesante o smette di divertirmi, vado via. Se arriva da chi di dovere -cioè te e i tuoi connazionali- una proposta credibile, sarò lieto di aggiungere il mio contributo. Questa situazione è la risultante di una vostra scelta. A voi di assumerne le responsabilità, a voi la mossa.
3)Notte.
4)Ilrestodiniente..... dai che ti faccio un bacio sulla fronte. ;) .
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Il mio vero lato "fesso"? E' che a volte mi capita di sopravvalutare le persone. Ma non è un dramma. Ne segue qualche momento di delusione... quello sì. Ma poi, torno più in forma di prima! Ciao
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- Vedi che c'è sempre un punto d'intesa, un Happy-End: Mi concederai che "sopravalutare le persone" può anche essere interpretato come "non mettere a fuoco la realtà". Parliamo la stessa lingua, alla fine ;) Dai, è lunedì: Andiamo, da modesti eroi, a faticare. Abbiamo un P.I.L da salvare.
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sioux ha scritto:- Vedi che c'è sempre un punto d'intesa Non posso, onestamente, che condivider molte cose da te qui scritte (sull' educare i figli [ritengo, come te, che vada fatto usando sempre molta concretezza e senza mai negar la libertà], come sul ruolo di chi ha diritto al voto nel miglioramento delle condizioni di un Paese).
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sioux ha scritto:- Vedi che c'è sempre un punto d'intesa, un Happy-End: Mi concederai che "sopravalutare le persone" può anche essere interpretato come "non mettere a fuoco la realtà".
Certo, certo... Oppure interpretate come: messa a fuoco di una triste realtà... (per fortuna, virtuale) Tu chiamale, se vuoi, interpretazioni...
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