|
Rank: AiutAmico
Iscritto dal : 6/20/2008 Posts: 7,111
|
C'è una distribuzione GNU/Linux pensata proprio per i bambini: Qimo For Kids. Tanto per cambiare è basata su Ubuntu. Penso di scaricarla e poi magari fare una recensione sul nostro blog. Il link è il seguente: http://www.qimo4kids.com/Ciao.
|
|
|
|
|
Rank: Admin
Iscritto dal : 10/4/2000 Posts: 19,056
|
L'ho già testato, giochi e programmi sono in inglese, non è un granché risparmiati il lavoro, meglio se personalizzi tu una distro che sia almeno in italiano. alfonso_aiutamici@hotmail.it
|
|
Rank: AiutAmico
Iscritto dal : 6/20/2008 Posts: 7,111
|
Grazie Alfonso. Anche a prima vista ho visto un po' le solite cose (Gcompris, Tuxpaint). Comunque me la guarderò un po' visto che l'ho scaricata. Ciao.
|
|
Rank: AiutAmico
Iscritto dal : 4/5/2005 Posts: 22,971
|
Non pensate che il fatto che i giochi (e anche la "distro") siano IN INGLESE sia un grosso PREGIO per una "distro" destinata a dei bambini? Guardate che -se la memoria non m'inganna- noi stiam cercando di arrivare, qui (in questo precisa fase storica), a crear l'Europa Unita: che parlerà (come sua prima lingua "principale"), naturalmente, in lingua inglese. E in quel futuro (che m'auguro giunga assai presto) saranno i bambini di oggi ad abitare il mondo. Se imparano l'inglese sin da subito (e, perdipiù, giocando [giocare e divertirsi è il metodo migliore d'imparare]) non è parecchio meglio? Sinceramente, io, suggerirei al prode Eco di fare la recensione (e di puntare -come pregio principale- sul fatto che la "distro" è in lingua inglese). Perché giocar, sin dall'inizio, "in lingua inglese" (senza conoscer niente, prima, in pratica, di inglese) è la strada migliore, a parer mio, per imparare al meglio questa lingua (per un bambino, specialmente!)
|
|
Rank: AiutAmico
Iscritto dal : 6/20/2008 Posts: 7,111
|
Caro Monsee, la questione è interessante, ma forse meno semplice di quanto tu creda; comunque non è male approfondirla. Questo pomeriggio ho dato un'occhiata abbastanza superficiale alla distro, ma non mi ha entusiasmato, tant'è vero che sono passato ad esaminare altre cosette che avevo lasciato in sospeso. Studierò un po' meglio questa distro e vi saprò dire. Ciao.
|
|
Rank: AiutAmico
Iscritto dal : 4/5/2005 Posts: 22,971
|
Magari, QUESTA "distro" specifica non è all'altezza (non ti so dire, giacché non la conosco), ma credo che sia da sottolineare il fatto che una "distro" Linux "per bambini" (intendo, bimbi piccoli... diciamo fino a circa 8-9 anni) è MEGLIO che sia completamente in lingua inglese: i bimbi apprendono meglio giocando (in specie le nuove lingue), e ancor di più se nessuno "spiega" loro le cose "a contorno" di quello che stanno apprendendo col gioco (grammatica, forme, etc... di cui è preferibile si occupi -com'è suo dovere- la scuola), lasciando che essi s'abituino semplicemente a "guardare" e "ascoltare" (e "usare", anche se non con piena "correttezza formale") con la maggior naturalezza la lingua nuova che stanno, man mano, quasi senza nemmeno accorgersene, imparando. Insomma, le "distro per piccoli", in Linux, cerchiamole (e proponiamole) soprattutto in INGLESE. Son quelle "per noi grandi" che van proposte -possibilmente- quando son disponibili pure in lingua italiana.
|
|
Rank: AiutAmico
Iscritto dal : 6/20/2008 Posts: 7,111
|
Caro Monsee, innanzi tutto questa distro è la ... sorella di KompoZer perché è piena di bug e va in crash ogni momento, almeno nella versione Live (ma suppongo che anche installandola le cose non vadano meglio). Il software didattico è quello standard per GNU/Linux: Gcompris, Tuxpaint, Tuxmath e poco altro di più. Sinceramente Edubuntu o Ubuntu con il pacchetto educativo sono assai meglio. Tra l'altro, se non si installa il file per la lingua italiana, anche con Ubuntu ci sono semplici esercizi linguistici in inglese. A volte si tratta di inserire la lettera giusta per completare una parola (es. d_g). Le parole sono assai semplici, la cosa può anche essere divertente in un primo momento, ma poiché ci sono in realtà ben poche parole da riconoscere, alla lunga il tutto diventa ripetitivo e perciò noioso. Non penso proprio che questa distro sia la più adatta per apprendere un po' di lingua inglese. Meglio le altre attività proposte: Gcompris è un pacchetto didattico molto valido soprattutto per la logica, la lateralizzazione, l'orientamento spaziale. Anche Tuxmath è simpatico e trovo Tuxpaint molto stimolante per la creatività. Insomma questa distro non ha nulla di più (o forse anche qualcosa di meno) rispetto alle altre dedicate alla didattica (è Ubuntu 8.10 un po' travestito). Che i bambini apprendano meglio se le attività sono proposte sotto forma di gioco è un fatto indiscutibile (basta pensare ai blocchi logici o al gioco del cambio): queste attività tuttavia devono essere continuamente "monitorate" e indirizzate dall'insegnante in modo mirato ed accorto. Credere che il libero gioco porti all'apprendimento divertente e spontaneo spesso ha portato a risultati disastrosi. E questo vale per tutte le discipline, anche per la lingua inglese. Poteri raccontarti tante cose sull' "apprendimento" attuato per mezzo del computer: sono esperienze che ho ancora vive e non tutte positive. Non sempre è oro ciò che luccica.
Ciao.
|
|
Rank: AiutAmico
Iscritto dal : 4/5/2005 Posts: 22,971
|
ecofive ha scritto:queste attività tuttavia devono essere continuamente "monitorate" e indirizzate dall'insegnante in modo mirato ed accorto. Credere che il libero gioco porti all'apprendimento divertente e spontaneo spesso ha portato a risultati disastrosi. E questo vale per tutte le discipline, anche per la lingua inglese. Non si può essere in disaccordo più completo e totale con quello che hai scritto di quel che sono io. Ritengo che "queste attività NON debbano affatto essere monitorate" (da nessuno) e -men che meno- debbano essere "indirizzate" (se non, eventualmente, dai genitori, ma assolutamente MAI da un insegnante) e che un insegnante (di qualsivoglia tipo e genere egli sia) MAI debba proporsi d'insegnare "in modo mirato e accorto" (intendo, ovviamente, se insegna a dei bambini piccoli), bensì debba esser LUI a seguire il libero sviluppo della curiosità e dell'intelligenza dei bambini, senza peraltro mai né dirigerlo né "piegarlo" ai suoi convincimenti (meno che meno, ai suoi convincimenti in materia di "didattica educativa"). Ritengo -e non ho dubbio alcuno in questo, anche per numerose e positive esperienze personali sul campo (mi sono occupato d'insegnare, per vari anni, nel passato... collaborando, in questo campo, anche con equipes "educative" supportate dal lavoro degli specialisti [psicologi dell'età evolutiva, fra gli altri])- che il "libero gioco" (per dei bambini piccoli) sia la via migliore -e di gran lunga- su ogni altra per qualsivoglia tipo e genere di apprendimento.
|
|
Rank: AiutAmico
Iscritto dal : 4/14/2009 Posts: 2,264
|
Da 26 anni insegno nella scuola Primaria (ex Elementare) ed ogni gruppo di alunni con i quali ho iniziato il quinquennio è stato diverso dai precedenti.
L'attuale è indubbiamente il miglior gruppo che abbia mai avuto per capacità, conoscenze e competenze possedute a livello teorico, perché gli stimoli che gli studenti ricevono dall'ambiente sono di gran lunga maggiori che in passato. Tuttavia, nella stragrande maggioranza hanno difficoltà nel soffermarsi a riflettere ed ad approfondire per applicare ciò che sanno in maniera divergente.
L'apprendimento per scoperta (quindi ludico) e, se possibile, anche cooperativo è la via maestra che guida il nostro lavoro, e l'insegnante fa il timoniere della situazione, è il contenitore dell'informazione che serve da imput per una nuova scoperta, stimola la riflessione e l'espressione delle idee, media con gli alunni le divergenze di vedute, crea le condizioni per la sintesi delle riflessioni e delle applicazioni, e via discorrendo. Penso che Ecofive intendesse questo con le sue parole. Altrimenti cosa ci staremmo a fare noi insegnanti a scuola?
Per quanto riguarda l'uso del computer a scuola, i miei alunni di 5^ desiderano prevalentemente solo andare in Internet e fare "giochini". Un uso un po' più impegnato del pc, ad esempio per creare un ipertesto o una presentazione con PPT, proprio non lo gradiscono: questo è il loro concetto di apprendimento "ludico". Sono molto insistenti su questo, nonché estremamente scocciati se non vengono assecondate le loro richieste. E questo atteggiamento si manifesta un po' in tutte le discipline, perché "esigono" di fare solo ciò che, secondo loro e in quel dato momento, li fa divertire: i bambini e i ragazzi di oggi, in tanti, sono così.
Per quanto riguarda l'uso di software anche in lingua Inglese sono d'accordo: la full immersion all'inizio disorienta (tuttavia c'è l'insegnante che media), ma alla lunga i risultati sono ottimi.
Per quanto riguarda il "monitoraggio" delle attività che si fanno a scuola, se anche nessun insegnante lo facesse, non preoccupatevi che ogni giorno lo fanno gran parte dei genitori sul nostro lavoro e alle nostre spalle. E poi ci pensa il Ministero con le prove Invalsi a monitorare conoscenze e competenze ... quest'anno, a fine maggio, tocca anche ai miei alunni.
:-)
|
|
Rank: AiutAmico
Iscritto dal : 6/20/2008 Posts: 7,111
|
Dov'è chiara lettera, non far oscura glossa. Ciao.
|
|
Rank: AiutAmico
Iscritto dal : 4/5/2005 Posts: 22,971
|
AzzurraG ha scritto:Un uso un po' più impegnato del pc, ad esempio per creare un ipertesto o una presentazione con PPT, proprio non lo gradiscono: questo è il loro concetto di apprendimento "ludico". Sono molto insistenti su questo, nonché estremamente scocciati se non vengono assecondate le loro richieste. E questo atteggiamento si manifesta un po' in tutte le discipline, perché "esigono" di fare solo ciò che, secondo loro e in quel dato momento, li fa divertire... Su quello che hai scritto, concordo. Aggiungo (e a tale fine ho quotato la parte del tuo scritto subito qui sopra) che -a modo di vedere mio- è errato chiedere a dei bambini "un uso più impegnato del PC". Provo a spiegarmi meglio: innanzitutto, via libera ai "giochini" che a loro piaccion tanto (se si divertono, vuol dire che va bene). Poi, evitare di "insegnare loro a far le cose semplici, basilari" (tipo costruire un ipertesto o una Presentazione, per l'appunto), giacché vanno a risolversi -inevitabilmente- in noiosissimo (e anche inutile, giacché "non è divertente" [il solo scopo degno, qui, è "divertirsi"]) "esercizio" (e non esiste NIENTE che un bambino possa odiar di più dell'eseguire a comando degli "esercizi" [cosa peraltro giustissima, giacché "eseguire a comando cose ripetitive e -comunque sia- sempre noiose, decise da un altro e non liberamente scelte, è innanzitutto un esercizio di obbedienza... e l'obbedienza è proprio quel che maggiormente va ad uccidere l'intelligenza]). In cambio (e questo è in punto vero), bisognerebbe offrire loro d'impegnarsi (di propria scelta e in modo libero e spontaneo) in "cose complesse, difficili e di buon -se non ottimo- livello" col PC sin dall'inizio. Non conta niente, infatti, che non sian capaci: impareranno in breve tempo (e -al tempo stesso- si divertiranno). Un esempio, nella speranza di chiarire il mio concetto: proporre ai bambini (stiamo parlando di bambini piccoli [diciamo, al massimo, di seconda]) di crear LORO dei "giochini" da poi proporre ad altri bambini (a quelli di altre scuole o di altre zone meno attrezzati e fortunati, per esempio [ai "bimbi poveri dell'Africa", ai "bambini terremotati", etc... tenendo agganciato l'interesse dei bambini ad alcuni dei problemi più gravi e più seri del mondo e, al tempo stesso, mostrando chiaramente loro che è collaborando intelligentemente che tali problemi posson essere affrontati]). Naturalmente (sarebbe ridicolo pretendere di più) il risultato finale di una tale proposta sarebbe al di sotto delle aspettative minime di realizzabilità (a meno che non si abbia qualche "genio naturale" di notevole livello, fra i bambini coinvolti) e non sarà possibile offrir -nei fatti- ai "bambini meno fortunati" i giochi che verranno fuori dallo sforzo, ma... NON è il punto d'arrivo, qui, che conta: è LA STRADA PERCORSA PER ARRIVARCI (nel tentativo di realizzar quei semplicissimi "giochini", i bimbi li avranno -bene o male- un po' "inventati" [e non è poco!], avranno imparato tutta una serie di "cose di base" [NON come noioso -e inutile, giacché privo di immediato scopo- "esercizio", bensì al fine chiaro, conseguente ed immediato di poter realizzare il "giochino" da loro stessi immaginato] e avranno imparato a coordinarsi e a collaborare meglio -divertendosi- fra loro: tutti notevolissimi progressi, a mio parere). Ai bimbi più grandi (dalla terza alla quinta), si potrà chiedere -sempre sull'identica falsariga- di affrontare e risolvere un problema pratico (e non è necessario affatto che esso sia inventato: ci si può informare, infatti, riguardo a problemi esistenti, proporli affinché ne scelgano, alla fine, uno, prender tutte le necessarie informazioni su quello e... passarle ai bambini, affinché possan studiare e cercar delle possibili soluzioni). Ad esempio, ponendo di esserci informati per bene e aver proposto (con tanto di immagini e materiali audiovisivi [e Presentazioni] da noi stessi creati), diversi problemi, immaginiamo che sia più piaciuta l'idea di risolvere un problema pressante che affligge un piccolo villaggio del Sahel: far arrivare al villaggio un po' d'acqua [e, poi, magari, se possibile, potabilizzarla] per risollevare le condizioni minimali di vita di quelle persone ("di quei bambini") e contribuire a combattere il fenomeno della desertificazione. Dopo una prima fase di studio, cominceranno certamente ad emerger delle idee (e conta poco che non siano, a conti fatti, poi, realizzabili). Si passerà a cercare di concretizzare quelle idee (creando, in pratica, un Progetto). Nessuno spera che il Progetto in questione, terminato il lavoro, si riveli -in qualche modo- per davvero interessante, ma... io so per esperienza che, alle volte, i bambini riescono a sorprendere... per cui non è da escludere che salti addirittura fuori anche il barlume di qualche idea apprezzabile (la decisione, qui, sta all'insegnante). E, se così fosse, si potrebbe passare dal Progetto alla "esposizione del Progetto" (tramite Presentazioni, testi, disegni, mappe, schemi e quant'altro [incluse immagini raccolte magari utilizzando la tecnologia satellitare disponibile, in Internet, a tutti]) da poi Proporre -per esempio- a qualche ONG concretamente attiva nel luogo deputato. Anche qui, NON è "il punto di arrivo" (l'aver "risolto" il problema posto) che conta: è solo "il percorso" (la strada che si è fatta e percorrendo la quale abbiamo appreso delle cose).
|
|
Rank: AiutAmico
Iscritto dal : 4/14/2009 Posts: 2,264
|
:-)
Cos'altro aggiungere?
Il tuo pensiero operativo, Monsee, l'hai chiaramente espresso.
Penso che Ecofive, così come tanti altri insegnanti, (io molto meno relativamente all'uso del pc: da fine anno scolastico 2007/2008 abbiamo l'aula informatica in allestimento; per cortesia non fatemi domande in merito!) abbiano proceduto e procedano con la metodologia da te esplicitata. Anzi, se non ricordo male, Ecofive tempo fa ci aveva mostrato alcuni lavori realizzati con i suoi alunni che andavano proprio in questa direzione.
E' giusto ciò che dici: "NON è il punto d'arrivo, qui, che conta: è LA STRADA PERCORSA PER ARRIVARCI". Infatti, dalla Moratti in poi, ci stiamo formando sui percorsi/processi d'apprendimento e non sugli obiettivi d'apprendimento (che, però, non vanno non più tenuti in conto).
Gira e miscia :-), penso che se stiamo qui a discuterne probabilmente significa che circa, più o meno o quasi, grosso modo, all'incirca, con dei suggerimenti e/o correttivi e/o piccole variabili, lo stile d'insegnamento non è poi così difforme tra di noi.
:-)
|
|
Guest |