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http://www.euronews.net/it/article/31/01/2009/unions-press-uk-government-over-strikes/Questi sono fantastici, paese colonialista, che d'abitudine impone la propria supremazia in tutto. Non mi sembra che quando le loro aziende hanno vinto appalti in Italia siano mai successi spettacoli del genere.
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Iscritto dal : 10/4/2000 Posts: 19,056
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Vi ricordate della guerra civile mondiale di cui parlavo in un altro post? Ecco, inizia cosi, la fame fa fare brutti scherzi, c'è anche lo sciopero generale in francia, qua si mette male. alfonso_aiutamici@hotmail.it
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Iscritto dal : 10/2/2006 Posts: 1,368
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"Questi sono fantastici, paese colonialista, che d'abitudine impone la propria supremazia in tutto. Non mi sembra che quando le loro aziende hanno vinto appalti in Italia siano mai successi spettacoli del genere."
Tu hai ragione, ma ... un po' perché è nella loro natura, un po' perché è un periodo di vacche magre per tutti, la Storia non sempre è maestra di vita.
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Non stupiamoci: non solamente è NORMALE (la Storia insegna) che accada così. Ma teniam conto che neppure da noi i "lavoratori stranieri" (ancorché europei) son visti gran che bene, qualora ci soffin via gli appalti!... Inoltre, in Gran Bretagna, poi, le cose vanno peggio che da noi (perché lì non c'è l'euro, che -qui- ha ridotto di parecchio la portata del colpo: tant'è che proprio Brown [che prima osteggiava l'ingresso nell'area dell'euro tenacemente propugnato dal suo leader Blair] s'è riproposto dichiaratamente di far passare quanto prima la Gran Bretagna all'euro). Teniam comunque in conto che la Legge è Legge (e in Gran Bretagna più che altrove, giacché la garantisce la Corona) e che -posto che mai Brown si pieghi ai ricatti dei Sindacati- l'Italia avrà -questo è sicuro- qualcosa di maggiore in contraccambio...
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Concordo in pieno con Monsee, la storia insegna e la storia è piena di ricorsi storici. La fame (e soprattutto la paura del futuro) fà brutti scherzi; poi in Italia non è la stessa cosa? Anche qui si dice che gli stranieri ci rubano il lavoro, non li vogliamo ecc. Molti clienti però mi dicono che per fare lavori pesanti, in cui ci si sporca non riescono a trovare un italiano e l'unica alternativa sono gli stranieri, le fonderie, i pulitori di metalli del bresciano sono piene di uomini di colore. Qui però fanno comodo! Non parliamo in meridione per la raccolta della verdura. Bisogna essere più tolleranti e non solo quando fà comodo. Ricordo i racconti di mio nonno emigrante in america nel dopo guerra, e oggi guardando i telegiornali leggo le stesse cose in tanti occhi.
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Vero, ma stiamo parlando di cose diverse, una cosa é l'immigrazione clandestina, lavoratori in nero che vengono spesso costretti a lavorare in modo infame a salari assurdi, un'altra é quello che succede in inghilterra, aziende più che regolari che vincono appalti a livello europeo e mondiale.
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esafluoruro ha scritto:... aziende più che regolari che vincono appalti a livello europeo e mondiale. Nella "terra dei Tories" (dei Laburisti, insomma), roccaforte dei Sindacati anglosassoni da sempre, non c'è mai stata troppa differenza -checché ne pensasse, a tal riguardo, il Governo del momento- fra i lavoratori "immigrati regolari" e quelli "irregolari". Entrambi son, da sempre, stati considerati comodi in epoche di economia crescente e presi brutalmente a calci nel sedere nel corso delle crisi. La Storia annovera, al riguardo, scontri davvero duri fra i Sindacati (ostili ai lavoratori non-autoctoni) e la Real Casa (favorevole, invece, a un trattamento quanto più possibile egalitario). Negli anni 80, proprio a cagione d'una di queste crisi, il governo Thatcher rischiò persino di colare a picco (resse, ma c'è da dire che era un governo Whig, non Tory... e dunque non aveva voti da perdere a inimicarsi -come fece- i Sindacati). Non credo che possa mai accadere, nelle "terre del Nord" (nei distretti produttivi da sempre in mano ai Sindacati), che una ditta straniera che abbia vinto un regolare appalto e poi NON chiami a lavorare ESCLUSIVAMENTE i lavoratori autoctoni del luogo -non solamente "britannici", ma proprio di quella regione!- potrà portare in porto il suo impegno in santa pace. Non è il popolo inglese (molto meno "razzista" di tanti altri), qui, il problema (ci ho vissuto un poco, in Gran Bretagna... e, quindi, un pochettino la conosco), ma il potente Sindacato dei Lavoratori. Più a sud, le cose sono leggermente differenti: la proliferazione di "Agenzie di Collocamento" (minuscole aziende indipendenti, spesso a conduzione famigliare-artigianale, estranee al Sindacato e ad esso -da sempre, giacché il Sindacato ha spempre avuto la pretesa di controllare lui il mercato dei lavoratori- nettamente ostili), che vivono trovando nuovo lavoro a chi ha appena perduto quello vecchio (in cambio, prendono -sia dal lavoratore che dal nuovo datore di lavoro- una cifra equivalente alla prima settimana di salario o di stipendio), ha tolto ai Sindacati un po' "la terra da sotto i piedi" e -conseguentemente- la base stessa del loro potere.
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Non c'entrerà molto ma a mio giudizio è il monitor dell' imbarbarimento in essere nei paesi "progrediti" dove l'intolleranza verso chiunque fà da padrone: http://www.ansa.it/opencms/export/site/visualizza_fdg.html_876024595.html
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In effetti, non c'entra gran che. Si tratta, difatti, d'un barbaro ATTO CRIMINALE, frutto -a parere mio- più ancora di BULLISMO di quartiere che di vero razzismo. Come ogni grave crimine, dev'esser condannato fermamente e duramente perseguito dalla Legge (sia che c'entri il razzismo, sia che no). Ma sembra, a mio parere, più un atto guidato da "filosofia del branco" (per questo, soprattutto, parlo di bullismo) che non da vere e propria ideologia razzista. Riguardo, poi, a come arginar la cosa, sostengo che NON SERVE (e, anzi, sarebbe sommamente controproducente) inasprir le pene comminate alla condanna: servirebbe (e parecchio), invece, comminar codeste pene REALMENTE (senza conceder "sconti" o agevolazioni d'alcun tipo ai criminali condannati).
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