Siuox, non fare lo sborone.
Non c'è alcuna teoria da spiegare. Sei troppo ubriaco del tuo ego, per questo consideri patetico qualsiasi intervento che non ti vada a genio. Ermeio, con la frase in rosso, voleva stigmatizzare la (a suo dire) "cafonaggine" dell'amico sopra. Dove sta il problema? E' un'opinione come tante. In una cosa ti ragione. Tutti perdono la buona occasione per stare zitti. Tranne te, of course.
Saluti.

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Siamo alla frutta pidue......
Ti chiedi "dove sta il problema" in una frase fatta dal solito "multinick", per far degenerare ancora di più la discussione fra te e me.
Ci vuole stomaco per chiamarla un'opinione.
E pensi sia un'opinione se Alfonso lo ha già bannato un centinaio di volte?
Ma pensa te.... siamo arrivati davvero alla frutta.

Ieri ero a Milano, Pidue.

Mi piace molto questa città. Impegni permettendo, cerco ad ogni passaggio di trovare un buco nel mio spazio-tempo per andare ad annusare l'aria che tira in stazione.
Milano Centrale s'intende. L'unica vera stazione di Milano.
Edificio imponente, smisurato. Un relitto faraonico (immagino di fattura Mussoliniana?) piantato in mezzo alla città. E' pungente il contrasto tra la pietra massiccia, inamovibile della costruzione e l'effimero svolazzare dei viandanti che accudisce. Poi c'è il rumore, Pidue, sopratutto lato binari, sotto l'immensa vetrata. Un rombo ininterrotto, sembra un'alveare.
Di solito mi apposto in qualche angolo, prendo la posa del viaggiatore standard e vi guardo, senza malizia. E' uno dei rari momenti in cui sarei pronto a perdonarvi certe vostre debolezze. Quando la paura di non portare a termine il viaggio vi attanaglia. Quando l'ansia del non ritorno, dello smarrimento, si legge nei vostri occhi. Siete cosi belli quando accettate la vostra vulnerabilità.
Milano Centrale. C'è il mondo intero li dentro, Pidue. Il mondo senza trucco.
Ero posizionato da circa dieci minuti ad osservare, sigaretta in bocca. Di fronte ai binari.
E l'ho vista.
Credimi: mai come in questa occasione ho rimpianto di non aver con me la macchina fotografica.
E' scesa dalla freccia bianca, Pidue. Una gazzella nera. Binario N°5.
Ho avuto la fortuna di osservarla fin dall'inizio,cioè dalla sua discesa dalla carrozza. La grazia assoluta. La femminilità totale. Il modo in cui è scesa dal treno è stato un momento di bellezza sconvolgente. Rarissime sono le volte in cui il corpo riesce ad interpretare in modo cosi perfetto il copione scritto dal pensiero.
Era vestita con abiti tribali africani. Ma abiti di festa. Un boubou di un giallo luminoso, eclatante. La gonna assai aderente, quasi fuseau, scendeva fino alle caviglie. Solo un leggero taglio laterale agevolava il movimento delle gambe perfette. Il copricapo tradizionale intonato custodiva il viso d'ebano. L'ampio nodo di seta troneggiava sull'indescrivibile sedere. Forse un Hostess\Public Relations diretta a qualche fiera? Non lo so.
In quel momento era la regina, Pidue. L'ape regina dell'alveare di Milano. Passo lento e sereno, porto perfetto. Cosciente senza vanità della sua sopranaturale prestanza. Si è incamminata verso la Hall e ti giuro che la vedevo muoversi in Slow-Motion. Al rallentatore. Di colpo la moltitudine è diventata grigia, insipida. Avevo l'impressione che solo lei era a colori e che si destreggiava con leggerezza in un universo gelatinoso in bianco e nero.
Con rammarico ho smesso di ammirarla. Decisione sofferta. Ma dovevo alzare lo sguardo per catturare gli effetti collaterali. Valutare l'impatto sull'ambiente. Deformazione professionale.
Il barbone che raccoglieva i mozziconi nei portacenere si è bloccato, pietrificato, mentre la donna lo sfiorava. Il preposto al rifornimento della carrozza-bar quasi buttava il suo trattorino sui binari. I Dealers marocchini hanno interrotto il Buziness e perfino un ambulante Bengali ha perso il controllo dell'elicottero-giocatolo che stava radio-pilotando. L'apparecchio è andato a schiantarsi contro uno schermo Arrivals..
Le donne, anche le più belle, anche le più Milanesi, l'hanno ammirata senza invidia, con un sorriso dolce e sereno. Ogni tentativo di lotta, di paragone sarebbe stato risibile. La gazzella era semplicemente inarrivabile in questa dimensione.
E' uscita e la stazione è tornata lentamente a sfilare a 24 immagini/secondo. I colori si sono riaccesi, pure rimanendo sul pallido. Però qualcosa è rimasto nell'aria per qualche minuto. Come una scia di profumo.
La bellezza, Pidue. L'effluvio della bellezza.
Gazelle N°5.

Perché ti racconto questo? Boarf, perché non ho voglia di rispondere a tono alle tue cazzate. Ti offro una visione positiva per contrastare la tua cronica tristezza.
Ebbro del mio ego, dici? Perché no. Lo accetto.
Ma come dicono dalle mie parti: ho il vino gioioso.

Mah... non è che "miro nell'attesa". Semplicemente perché non aspetto nulla. M'interessa osservare il comportamento umano.
E' sorprendente a volte.
Pensa un pò: c'è persino chi straparla di cultura e di personale felicità, ma che fa copia\incolla del lavoro altrui per prodigare consigli.
No, decisamente preferisco di gran lunga un posto di modesto osservatore ad uno di finto protagonista.
Poi il caffè lo prendo senza zucchero.

Salutami Cala. :O)

Lo hai fatto in questa frase.
Dov'è finito il tuo proverbiale aplomb? Dai, sioux, sei un mortale come noi, scendi da solo, il piedistallo può crollare improvvisamente!

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