freejazz62 ha scritto:Politici ed industriali vedono la crescita come l'unico modo per uscire dalla crisi.
Molti osservatori (anche titolati) sostengono invece che "la macchina" non funziona più.
Occorre fermarla o modificarla. Grillo, tra gli altri, ha addirittura affermato che la crescita
diminuisce l'occupazione a causa della progressiva automazione in sempre più settori.
Domanda: è possibile, ammesso che sia una soluzione, una decrescita "felice" in un
sistema capitalistico che, per sua stessa natura, è concepito per una crescita infinita?
Ciao.
Bella domanda.
Per sentire opinioni sull'argomento non mi rivolgo certo a Grillo che non reputo un fine analista dell'economia.
La questione compare ormai da qualche anno e i propugnatori di questa teoria ogni tanto si fanno sentire.
Secondo me più prosaicamente bisognerebbe che le autorità mondiali stipulassero dei trattati al fine di provare ad eliminare tutte le storture più o meno evidenti che caratterizzano il Capitalismo attuale. Parlo delle produzioni di armamenti, di stili di vita anacronistici e spreconi, delle storture che caratterizzano la produzione mondiale di cibo o anche più semplicemente il fatto che oggi la U.E. incentiva la produzione di tabacco e i vari stati spendono cifre considerevoli per curare i tumori ai polmoni. Se per fare ciò la conseguenza fosse un periodo di riduzione del Prodotto mondiale la cosa per me risulterebbe accettabile. Del resto la riduzione di produzione di armi comporterebbe una considerevole disponibilità di risorse che potrebbero essere impiegate per sussidi o per attuare lavori utili come la tutela dei territori, riforestazione, bonifiche ecc.
E' una utopia?
Certamente si proprio come la teoria della decrescita felice.