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Di solito si dice che i media vadano alla ricerca del sensazionale, di ciò che colpisce, senza badare ai limiti del lecito, del buon senso. Per la ragione semplicissima che devono vendere (i giornali), fare audience (le TV); ed è vero. Però mi sembra che noi del "popolo" non abbiamo capito bene il loro metodo: non è esatto dire che loro vogliono solo "colpire", a me sembra che essi seguano il metodo di CONTRASTARE in ogni caso il sentimento comune, ricercando freddamente il modo di "far discutere" la gente. E qui sono le TV le più esagitate, più dei giornali. Vado sul concreto, per chiarire: avete presente la vicenda di A. Knox e di R. Sollecito (ne abbrevio volutamente i due nomi, mi sembrerebbe di trattarli da amici), conclusa da poco? Fino a due giorni fa, venivano fotografati e presentati in modo perfido, specialmente lei: sorridenti, tranquilli malgrado le accuse, intervistati da tutti e pronti a diventare celebrità ben pagate. Dopo la sentenza, è cambiata la strategia dei giornali: ora danno risalto all'opinione pubblica americana ed alle critiche verso l'Italia; insinuano che dopotutto non ci sono prove; l'intervistatrice TV chiede al padre: "Raffaele come sta?" (dubbio doloroso); improvvisamente presentano Amanda seria, disperata. Non mi intrometto nella vicenda dei due (anche se la mia idea ce l'ho), dico solo che una stampa così dovrebbe schifarci.
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La mia esperienza mi dice che la TV funziona benissimo quando si preme il tasto OFF. By Granuz88
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Grazie, eco; la penso davvero così.
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Però non si parla solo di TV (che è quello che è) il discorso è più generale, perchè investe l'informazione, che è anche e sempre di più giornali in rete. Purtroppo ormai il saggio detto "le informazioni senza opinioni" non si applica più. La formula è "parliamo e sparliamo senza limiti", basta che ci sia share. Si è perso poi il sano concetto di "riservatezza". Le indagini finiscono prima sui giornali che sui tavoli dei giudici inquirenti (che non perdono occasioni di farsi pubblicità), i protagonisti (dietro lauto compenso) esprimono ai quattro venti la loro "verità" , perizie e controperizie vengono fatte conoscere prima di venire discusse in tribunale, anche rappresentanti delle forze dell'ordine, che dovrebbero agire con prudenza, si fanno vedere ed intervistare nei vari talk-show. A questo punto, sembra che l'importante sia solo apparire (ad ogni costo).
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epipactis ha scritto:Però non si parla solo di TV (che è quello che è) il discorso è più generale, perchè investe l'informazione, che è anche e sempre di più giornali in rete. Purtroppo ormai il saggio detto "le informazioni senza opinioni" non si applica più. La formula è "parliamo e sparliamo senza limiti", basta che ci sia share. http://antefatto.ilcannocchiale.it/glamware/blogs/blog.aspx?id_blog=96578&id_blogdoc=2394714&yy=2009&mm=12&dd=05&title=le_scuse_preventivecon questi giornalisti da premio pulitzer dove vogliamo andare?
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Basterebbe non comperare il giornale in questione. Se le vendite calano, il direttore se ne va.....
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il Fatto, come al solito, racconta solo una parte del fatto cercando di nascondere quella parte del fatto che invece resta un fatto. Basterebbe non comprare neanche questo...così, per par condicio.
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E' diventato tutto un teatrino tutto fa spettacolo, vediamo personaggi già condannati, apparire in vari talk show, anche in quella schifezza di "Porta a Porta" e diventano dei divi, OSCENO
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Personalmente (fatto salvo che condivido, nella sua sostanza, l'opinione di Epipactis), ritengo che, qui, lo "scandalo" eclatante, più preoccupante e più evidente, è che si vadano ad emettere sentenze di condanna laddove esiste QUANTOMENO un'ombra (per quanto minima) di dubbio... Nel caso della sentenza in oggetto, si può addirittura dubitare (e legittimamente) sulla stessa presenza dei due condannati sul luogo del delitto. La loro fisica presenza, nel posto e nell'ora in questione, difatti, non è sicuramente stata DIMOSTRATA (inconfutabili prove materiali alla mano) "al di là di ogni ragionevole dubbio". Personalmente, a seguito di sentenze che ritengo platealmente errate (non solo quella attuale, ma anche altre in passato) ho perso ogni fiducia nella Giustizia e nella Magistratura italiana. Quello che spesso si dimentica -ed è cosa davvero assai grave- è che, laddove esista una sia pur minima ombra di dubbio riguardo alle prove, l'assoluzione piena deve -in una qualsivoglia nazione davvero civile- esser la sola possibile risposta. Comprendo pienamente (e condivido appieno) le proteste degli americani (che valgon per entrambe le erronee condanne e per ambedue gli imputati). Mi spiace, come italiano, il dover constatare lo stato assai pietoso cui vengon ridotti, qui in Italia, l'indagine effettiva ed il giudizio in Aula.
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lui49 ha scritto:il Fatto, come al solito, racconta solo una parte del fatto cercando di nascondere quella parte del fatto che invece resta un fatto. Basterebbe non comprare neanche questo...così, per par condicio. prima di sentenziarne l'inutilità mi chiedo se ne hai mai letto una copia........ tanto da poter spiegare perchè........ "racconta solo una parte del fatto cercando di nascondere quella parte del fatto che invece resta un fatto" lo leggo dal primo numero e............. te lo consiglio vivamente scoprirai che tutto è alla luce del sole per gli occhi di chi vuol vedere..........
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monsee ha scritto:Personalmente (fatto salvo che condivido, nella sua sostanza, l'opinione di Epipactis), ritengo che, qui, lo "scandalo" eclatante, più preoccupante e più evidente, è che si vadano ad emettere sentenze di condanna laddove esiste QUANTOMENO un'ombra (per quanto minima) di dubbio... Nel caso della sentenza in oggetto, si può addirittura dubitare (e legittimamente) sulla stessa presenza dei due condannati sul luogo del delitto. La loro fisica presenza, nel posto e nell'ora in questione, difatti, non è sicuramente stata DIMOSTRATA (inconfutabili prove materiali alla mano) "al di là di ogni ragionevole dubbio". Personalmente, a seguito di sentenze che ritengo platealmente errate (non solo quella attuale, ma anche altre in passato) ho perso ogni fiducia nella Giustizia e nella Magistratura italiana. Quello che spesso si dimentica -ed è cosa davvero assai grave- è che, laddove esista una sia pur minima ombra di dubbio riguardo alle prove, l'assoluzione piena deve -in una qualsivoglia nazione davvero civile- esser la sola possibile risposta. Comprendo pienamente (e condivido appieno) le proteste degli americani (che valgon per entrambe le erronee condanne e per ambedue gli imputati). Mi spiace, come italiano, il dover constatare lo stato assai pietoso cui vengon ridotti, qui in Italia, l'indagine effettiva ed il giudizio in Aula. condivido pienamente, non ho seguito il caso e ne so poco sull'argomento............... ma sono certa che spesso, pur di trovare un colpevole a tutti i costi, si condannino persone senza la certezza della colpa e senza le prove effettive.......... d'altra parte non è una novità........... non è la prima volta che si condannano persone sui sospetti o su indizi........ con questo non dico che siano per forza innocenti però...............
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francesca64 ha scritto:... con questo non dico che siano per forza innocenti però... Neanch'io sono SICURO che siano per forza innocenti, ma questo non significa NIENTE... Il punto, a parer mio, è che, se esiste un sia pur minimo margine di dubbio (anche in una sola delle cosiddette "prove"), l'assoluzione è l'unica sentenza che sia doverosa e giusta. Perché sono convinto (e qui lo ribadisco) che CHIUNQUE è innocente sino a che la sua colpevolezza non sia stata dimostrata attraverso prove materiali inconfutabili che siano "oltre ogni ragionevole dubbio"... E, in questo caso (come in altri, pure essi chiusi con una iniqua sentenza di condanna), dubbi ce n'erano, e parecchi!... Per questo, per questa sorta di "innata presunzione di colpevolezza", per il fatto puro e semplice che non si siano assolte (come sempre dovrebbe accadere, invece) persone per le quali un qualche (sia pur minimo) dubbio circa la colpevolezza sussisteva, ho perso ogni fiducia, a questo punto, sia nelle metodologie d'indagine che nella Magistratura (sia inquirente che giudicante) italiana. La cosa, ovviamente, non nasce dal caso giudiziario specifico qui richiamato. Deriva da anni e anni di mia personale osservazione di svariate sentenze di colpevolezza palesemente ingiuste (perché, in ciascuna di esse, almeno l'ombra vaga di un dubbio sussisteva!) comminate a persone che certamente non lo meritavano. Per certuni, ad esempio, è poi emersa la piena innocenza (perché il colpevole vero ha confessato, cosa che ha permesso di raccogliere prove inconfutabili al riguardo), ma mi addolora dover constatare che queste persone (una decina, condannate tutte per crudeli omicidi che non hanno mai commesso), ancora adesso, a circa due anni dalla scoperta del vero responsabile, languono in carcere in attesa d'esser finalmente liberate (e, intanto, la sentenza di condanna, in quanto avallata a suo tempo anche dalla Cassazione, resta tutt'ora valida -per la Magistratura nostra- comunque: anche a dispetto dei fatti).
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lui49 ha scritto:il Fatto, come al solito, racconta solo una parte del fatto cercando di nascondere quella parte del fatto che invece resta un fatto. Basterebbe non comprare neanche questo...così, per par condicio. se era riferito al mio link temo propio di non poter essere daccordo...il fatto in questione è chiarissimo secondo me,ed è l uso e l'abuso di taluni a massacrare,salvo poi fare pubblica ammenda per evitare,o limitare,spiacevoli conseguenze....da wikipedia: L'8 novembre 1997, dopo aver ricevuto 35 querele, smentisce quanto scritto fino ad allora dal Giornale contro Antonio Di Pietro, definendole notizie pubblicate a puro scopo elettorale[5][6] Nel dicembre 1997 Feltri si dimette dopo il clamoroso articolo a favore di Antonio Di Pietro, proprio mentre Il Giornale era giunto ai suoi massimi livelli (250.000 copie)[1]. se non ti piace la testata che ho postato sopra fai pure riferimento a questo.
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