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square ha scritto:Ma, ritornando sul tema, non pare anche a voi che i ragazzi, gli alunni, italiani siano mediamente più vivaci, più indisciplinati degli altri di altre nazioni? E non colpevolizzo gli insegnanti, che ne sarebbero casomai le vittime. Nel Liceo dove insegnavo c'era almeno uno scambio culturale all'anno con studenti di altre nazioni europee. Generalmente gli studenti che arrivavano erano del tutto simili ai nostri per vivacità, indisciplina e disinteresse. La Scuola ormai è europea con pregi (pochi) e difetti (molti) del tutto simili. Il denominatore comune è " non sanno la propria lingua,, non sanno la matematica". Quanto alla conoscenza delle lingue, non è che gli altri siano tanto meno dei nostri. Se si va in Francia poi,vogliono che si parli solo francese !.
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Ciao a tutti, scusatemi, ma ho dovuto rimuovere alcuni miei posts. Grazie per la comprensione. A presto.
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Commenta:...l'altro giorno facevo lezione, vedo un ragazzo che si alza e fa' la cartella". Gli chiedo cosa stava facendo e lui mi risponde: "me ne vado". "Come, te ne vai, io ti do' una nota sul registro". Lui: "dammela, tanto, chi li vede i miei genitori, poi, anche tu stattene calmo, che io lo so' qual'é la tua automobile..". Beh, almeno quanto scritto sopra è accaduto alle superiori. Giusto ieri mattina un mio alunno di 6 anni, dico 6, è entrato in aula e mi dice: Maestra, io vado a vivere da solo! - Ah, si? Uhau! - Sì, guarda: questa è la mia casa, questo è il bagno, questo è il soggiorno, questo ecc... E guarda qui questa tabella, ci sono i prezzi delle porte, delle finestre, dei mobili, ecc... E mi ha sciorinato una decina di fogli con schizzi e prezzi. - Scusa, ma da dove sbucano questi fogli? - Me li ha fatti il mio papà col computer, ma io vado a vivere da solo. - Mhm... Ok, ma senti un po': pensi di venire a scuola lo stesso? - Certo! - E chi ti prepara da mangiare, o cucini tu? - Cucino io! - E chi fa il bucato, pulisce la casa, ...? - Maestra, faccio tutto io! - Bravo! E la tua famiglia? - Stanno a casa loro! Tutti gli alunni si sono fiondati su quei fogli, li ho lasciati chiacchierare per un po', poi ho per il momento lasciato cadere l'argomento, anche perchè mi sentivo un po' spiazzata. Ma lo riprenderò sicuramente. Lascio quanto ho scritto senza esprimere alcun commento personale... :-)
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Qualche volta penso che ogni tanto bisognerrebe richiamare il "buon" Erode.........
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Crudele! :-)
Sono solo dei soffici batuffoli che non fanno altro che imitare molti adulti: affettività scarsa/nulla, sentimento scarso/nullo, relazione scarsa/nulla, pretendo tutto e subito perchè non ho tempo da aspettare, le regole mi danno fastidio, i grandi rompono, gli altri rompono, IO sono prima di tutto, gli altri ci sono se mi servono.
- Ma lo capite o no che sono solo un bambino? Trattatemi come un bambino, non fatemi ascoltare i vostri problemi dei grandi perchè la mia piccola mente ancora non può comprenderli, fatemi giocare sui prati, spegnetemi la tv che mi rimbambisce e non capisco più cosa è reale e cosa non lo è, state con me, non riempitemi la vita di orari, piscine, palestre, corsi di tutti i tipi, lasciatemi il tempo per usare la mia fantasia e lasciatemi il silenzio. Ho la testa che mi scoppia, non ne posso più e perciò: Io vado a vivere da solo! E a scuola ci vado perchè lì forse qualcuno la pensa come me, forse qualcuno mi ascolta e qualcuno, anche se lo/la faccio arrabbiare e lo/la sfido, mi dice NO!
Non sto dando i numeri :-), sto solo cercando di entrare nella testa e nel cuore di un bambino...
:-)
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Cara Azzurra, se i genitori sapessero dire N0 ... quanti psicologi disoccupati, quanti suicidi evitati, quanti drogati in meno. E' così semplice ma tanto, tanto difficile.
Ciao.
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Iscritto dal : 5/17/2009 Posts: 659
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Io credo che dobbiamo accettare il fatto che la società è cambiata, che scuola e famiglia hanno un peso e un ruolo modificato rispetto au passato anche recente e conseguentemente pensare ai correttivi del caso. Siamo nell'era della Tv e di internet, di famiglie di lavoratori che spesso non hanno una rete parentale o amicale di sostegno - da qui il peso dei nuovi "educatori" (appunto la tv e internet). Siamo tra le nazioni (cosiddette sviluppate), che meno hanno una cultura dell'infanzia. Dove sono città che siano un minimo a misura di bambino? Con scelte urbanistiche adeguate (aree gioco, parchetti, percorsi protetti casa-scuola, piste ciclabili) e scelte costruttive sensate (cortili. spazi condominiali ricreativi). Faccio un esempio banalissimo: in Olanda ho visto in tante case una cosa semplicissima: prese elettriche rigorosamente protette e interruttori della luce ad altezza di bimbi di 4-5 anni. Ecco un segnale minimo di attenzione ai bambini, alla loro crescita e alla loro autonomia. Con questo non voglio minimizzare le responsabilità educative di famiglia (in primis) e scuola. Ma pensiamo anche a come sia difficile il mestiere di genitore e di come ci sia bisogno di politiche forti di sostegno alla famiglia. Ad es., sono d'accordo con Ecofive sulla necessità di dire dei no ai ragazzi. Ma penso anche - senza giustificarle - a tutte quelle famiglie dove per necessità i genitori lavorano entrambi tutto il giorno e i cui sensi di colpa li portano a dire sempre, o quasi, dei sì - nei ritagli di tempo che riescono a dedicare ai ragazzi. Insomma: parliamo di una problematica enormemente complessa.
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Iscritto dal : 10/10/2009 Posts: 1,670
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magomagu ha scritto: Io credo che dobbiamo accettare il fatto che la società è cambiata, che scuola e famiglia hanno un peso e un ruolo modificato rispetto au passato anche recente e conseguentemente pensare ai correttivi del caso. .............................................. Insomma: parliamo di una problematica enormemente complessa.
Sono d'accordo sul fatto che educare i ragazzi (sia a casa che a scuola) sia un fatto enormemente complesso; la società è cambiata tantissimo, per cui bisogna (famiglia, scuola ...) adeguarsi; ma - senza fare il conservatore ottuso - direi anche: piano, attenti a non correre troppo, a mantenere la componente del “buon senso”. Estremizzo il discorso: se per assurdo dedichiamo attenzioni complete, uniche, assolute ai ragazzi, avremo (è una mia convinzione personale) adulti poco adatti alla realtà, infantili, poco preparati a sopportare i piccoli problemi e le grandi storture della vita, perché per maturare c’è bisogno di qualche piccola batosta. D’altra parte, se non badiamo a loro e li trascuriamo (magari sotto l’apparenza di dar loro tutto senza contropartita ogni volta che chiedono), il risultato futuro sarà sicuramente peggiore e più dannoso per loro e per la società: probabilmente avremo adulti egoisti, magari asociali. I consigli e le teorie dei moderni educatori sono graditi e utilissimi; ma mi pare ancora essenziale la compnente del buon senso dei genitori (e degli insegnanti). Però è cosa poco definibile, si presta spesso ad interpretazioni francamente reazionarie. C’è un modo per “chiarirlo” ?
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Iscritto dal : 5/17/2009 Posts: 659
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Ti preciso meglio quello che intendevo dire. La famiglia, cui gli insegnanti disperatamente si appellano, è un'istituzione in crisi. Noi abbiamo in mente un modello di famiglia ideale, ma qual é la realtà di fatto? Incomprensioni, assenza di dialogo, assenze forzate, separazioni, divorzi. Io non escludo che il bimbo di cui parla Azzurra sia figlio di genitori in procinto di separarsi. Quando parlavo di "politiche di sostegno alla famiglia", non intendevo minimizzare le responsabilità dei genitori, ma prendere atto di una situazione complessiva sempre più disgregata. Per questo ho parlato - sottolineando uno dei vari aspetti di una problematica complessa - di scelte urbanistiche e costruttive diverse. Perché nelle città - dove a livello anche mondiale si va sempre più concentrando la popolazione - l'organizzazione dei nostri quartieri può contribuire non poco a creare maggiore sicurezza, maggiore contrasto alla micro-criminalità, al bullismo; maggiori occasioni di socializzazione e aggregazione e minori occasioni di isolamento davanti a una tv, a un pc, a una playstation.
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@square e magomagu: seguo con molta attenzione i vostri thread ed apprezzo la vostra argomentazione intelligente e puntuale, piena del buon senso del "bravo padre di famiglia". Ho avuto la fortuna di insegnare solo al Liceo con ragazzi di età tra i 15-19 anni, per cui era abbastanza agevole far ragionare i più giovani ed alla fine lasciare i più grandi con sentimento di amicizia. Oltre a ciò la scuola in cui ho insegnato era una classica "scuola bene" per cui le difficoltà le ho trovate più spesso tra genitori più provvisti di soldi che di intelligenza che con gli studenti. C'è ancora un aspetto che non è forse stato messo in rilievo. La qualità della Scuola italiana era sino a qualche decennio fa di alto livello, sia nelle scuole primarie e secondarie che all'Università. Oggi siamo allineati con il resto dell'Europa, per cui l'istruzione (e non parlo di cultura) si è degradata a livelli preoccupanti. Il livello dell'università con il famigerato 3+2 è nelle facoltà umanistiche al livello del Liceo di qualche decennio fa (e il latino è ormai praticamente morto anche all'università) e la situazione è poco migliore nelle facoltà scientifiche. Un mio ex allievo, ora docente universitario, mi diceva che quello che faceva nei corsi di matematica del biennio, ora lo fanno a livello di master.....L'altro giorno magomagu mi invitava simpaticamente a non essere troppo severo con chi commetteva errori di ortografia. Il fatto è che se uno non sta attento all'ortografia e alla sintassi, quando magari poi diventa chirurgo non sta neanche attento a ricordare di rimuovere dalla pancia pinze e garze. Non possiamo più permetterci di allevare generazioni di irresponsabili, perchè la cultura è un bene di tutti ed in fin dei conti è la vera ricchezza di una Nazione.
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Magari possono mettersi a studiare un po' più seriamente. Attualmente uno studente di liceo dedica a studio e compiti al massimo un'ora al giorno. Date queste premesse, tutto sommato i risultati, vista la scarsità dell'applicazione, sono migliori di quanto ci si potesse aspettare da così poco impegno.
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A cosa ti riferisci riguardo la calcolatrice?
Ciao.
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Questo non mi pare un male, anzi. Non vedo perché dannarsi l'anima con il calcolo mentale quando c'è qualcosa che fa risparmiare tempo. Importante invece è far precedere le lezioni sull'uso della calcolatrice con esercitazioni sul calcolo approssimato. Mi spiego: anche quando uso la calcolatrice devo rendermi conto se il risultato è giusto; e non lo è se pigio i tasti sbagliati. Se ad esempio devo calcolare il risultato di 14.5678 : 3.097 devo sapere che il risultato sarà, approssimativamente, 5. Se con la calcolatrice ottengo, che ne so, 6.19 evidentemente ho sbagliato qualcosa. In definitiva, calcolatrice o meno, la testa bisogna usarla sempre!.
Ciao.
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Mi intrometto, ma da genitore a genitore. In fondo, ho superato i tuoi (stessi o quasi) problemi, ma13irob. -- mi pare positivo il tuo interesse nelle cose scolastiche di tua figlia, ma non mi pare positiva l’ansia che dimostri; io ti direi di facilitarle le lezioni, gli incontri, la soluzione delle difficoltà, ma di gestire queste cose, anche se non viene istintivo, in modo più staccato. Quando parli del problema “prof di matematica”, con tuo marito o altri genitori, lei ascolta i tuoi timori, le tue ansie? Questo non è costruttivo: aiutala, ma non mostrare disappunto con lei perché i compiti poi non sono stati corretti o la spiegazione è stata fatta in quel modo; anche se tu decidessi (come genitore) di prendere iniziative contro la situazione (ma queste cose succedono e sono successe). Se la ragazza maturerà in modo autonomo, vedrai che in futuro farà bene, malgrado i problemi che possono essere causati da una materia alle medie; ma son sicuro che non ne avrà, dato ci sei tu ad aiutarla. Le piccole difficoltà e i piccoli problemi aiutano a crescere.
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Perché gli interventi sono stati cancellati?
Ciao.
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