@enigmista:purtroppo temo che,anche se non possiedi un televisore ma hai un pc in casa,sei costretto a pagare il canone rai.

Ma Berlusconi non aveva promesso che se fosse stato eletto avrebbe eliminato il bollo auto?

vero una delle tante promesse ... ma prima viene la giustizia... :-) admin poi cè la padania , dopo domani verranno gli operai nei tetti

Perchè ormai tutto è politica e i nostri politici ci hanno abituato, soprattutto nella seconda repubblica, a fare tutto in funzione di un tornaconto politico o di uno spot politico.
Come ho già avuto modo di dire qui, la stessa canzone di Pupo & Co. è un'operazione di avvicinamento politico.
Scommettiamo? Vedremo nel 2013 se avrò ragione...o prima?

ciao a tutti non interesiamoci della politica lasciamo che siano altri a occhuparsene per noi. noi stiamo qui sempre a quardare e a prenderlo sempre nel C.....LO. ciao a tutti .

Giusta affermazione Tersi.
Speriamo che non venga emanata una legge che, anzichè i seggi, utilizzi per le elezioni il televoto!!! (del popolo sovrano??)

Ciao

Mario

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Un amico è colui che cammina con te sulla spiaggia infinita della realtà, ma se un giorno voltandoti vedrai le impronte di una sola persona non pensare che ti abbia abbandonato nel momento in cui avevi bisogno di lui, ti ha soltanto preso in braccio.......

La fuga da Roma del re d'Italia Vittorio Emanuele III e del maresciallo Badoglio (genericamente nota anche come fuga di Pescara, fuga di Ortona o fuga di Brindisi), consistette nel precipitoso abbandono della capitale - all'alba del 9 settembre 1943 - alla volta di Brindisi, da parte del sovrano, del capo del Governo e di alcuni esponenti della Real Casa, del governo e dei vertici militari. La fretta con la quale la fuga fu realizzata comportò l'assenza di ogni ordine e disposizione alle truppe e agli apparati dello Stato utile a fronteggiare le conseguenze dell'Armistizio, pregiudicando gravemente l'esistenza stessa di questi nei convulsi eventi bellici delle 72 ore successive. Questo avvenimento segnò una svolta nella storia italiana durante la seconda guerra mondiale.

In seguito a questo evento - che seguì immediatamente l'annuncio, la sera dell'8 settembre, dell'armistizio siglato con gli Alleati il 3 settembre - le forze di terra italiane, abbandonate a loro stesse e senza ordini e piani precisi,[1] non furono in grado di opporre un'efficace e coordinata resistenza all'occupazione nazista dell'Italia, disintegrandosi nel volgere di poche decine di ore e finendo in larga parte preda dei tedeschi, con eccezione delle guarnigioni di Sardegna e Corsica, in Puglia e - almeno per due giorni - alla periferia sud di Roma. Fu in tal modo consentito all'ex alleato di occupare agevolmente oltre due terzi del territorio nazionale, tutti i territori oltremare e catturare ingentissime quantità di bottino e quasi seicentomila militari italiani; questi furono dai tedeschi considerati non come prigionieri di guerra, soggetti quindi alla convenzione di Ginevra in materia, ma come "internati", classificazione che dava loro, secondo un'interpretazione assolutamente unilaterale voluta da Hitler in persona, il diritto di trattare e sfruttare i prigionieri con metodi e modi del tutto al di fuori delle convenzioni internazionali.

Con la subitanea avanzata alleata in Calabria e gli sbarchi anfibi di Salerno e Taranto in concomitanza con l'Armistizio, il restante terzo del Paese fu rapidamente occupato dagli angloamericani. L'Italia fu perciò trasformata in larga parte in un campo di battaglia, usata dai due contendenti rispettivamente dal primo per la difesa del territorio e degli interessi strategici e politici del Terzo Reich, e dai secondi per attaccare l'Asse nel suo "ventre molle", attirando in Italia il maggior numero possibile di divisioni tedesche per sguarnire gli altri fronti. Il Paese fu così esposto ai rigori ed alle sciagure di ulteriori venti mesi di guerra, sottoposto alla duplice occupazione di truppe straniere spesso indifferenti alle condizioni della popolazione civile e al patrimonio artistico, industriale e infrastrutturale italiano.

Un capitano che abbandona la nave quando sta affondando, con la conseguenza di farla affondare più velocemente, è il più alto grado di tradimento, la gente dimentica ma i libri di storia no, il Re e tutta la sua stirpe, che siano maledetti nei tempi dei tempi.

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alfonso_aiutamici@hotmail.it

Che Vittorio Emanuele III abbia avuto delle gravissime colpe è innegabile (ha lasciato che si affermasse il Fascismo, ha promulgato le infami Leggi Razziali, ha permesso una guerra sciagurata a dir poco), ma le colpe dei padri (o dei bisnonni) non possono mai ricadere sui figli ...

Ciao.

Edit: sono stato preceduto da Ilrestodiniente, di cui quoto il pensiero.

E giusto che i figli non hanno colpa dell'operato dei padri, ma se uno si chiama Principe in dote deve prendersi anche l'eredità infame degli avi, vedrete che questo ce lo ritroveremo nuovamente a fare il Re per colpa di qualche imbecille che vorrebbe l'Italia come l'Inghilterrà. Per me ha chiuso anche la nazionale di calcio finché ci sarà Lippi come allenatore.

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alfonso_aiutamici@hotmail.it

direi che si è parlato fin troppo di san remo non vuole esere una censura ma un reale convolgimento verso reali problemi quotidiani di noi contribuenti e gente comune il prox san remo farà parlare di se per altri motivi