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monsee ha scritto:dead ha scritto:Come si valuterà poi se un diplomato o laureato ha le competenze? Con una apposita serie di esami e di tests (diversa da lavoro a lavoro e da Ditta a Ditta [anche nell'ambito del medesimo settore]) che verrà giudicata -a suo insindacabile giudizio, per il quale non sarà giammai dovuta motivazione alcuna- dal "datore di lavoro" che effettua l'assunzione (intendo NON il funzionario che materialmente assume, bensì la Ditta che dovrà pagare la persona assunta). I criteri di assunzione dovranno esser stabiliti (a loro insindacabile uzzolo e senza che nessuno abbia il minimo diritto di elevar protesta) sempre e unicamente dalla Ditta che assume e potranno includere (oppure no, sempre a giudizio della Ditta) anche eventuali esperienze precedenti. mah, in tutta onestà non trovo la tua proposta molto applicabile; vediamo perchè: - per quanto riguarda l'ambito privato è già così: puoi avere anche quattordici lauree e cinque dottorati, ma se il responsabile HR, o il titolare dell'azienda nella quale hai fatto richiesta non ti giudica adatto, a suo insindacabile giudizio e senza giustificazione alcuna sei escluso dalla selezione. Allora a cosa dovrebbe servire il titolo di studio, mi chiederai? E' semplice: serve (o dovrebbe servire) a garantire che la persona che si presenta ha già quel pacchetto di conoscenze "standard" che lo qualificano come ragioniere, ingegnere, economista, ecc. Questo anche perchè chi ti esamina quasi mai ha i requisiti per valutare le tue capacità nel dettaglio. - nell'ambito del pubblico la tua proposta aprirebbe una voragine paurosa ed incommensurabile di nepotismo e clientelarismo. Già adesso (con i titoli di studio a fare un minimo di scrematura), i concorsi vengono vinti da raccomandati, nipoti di tizio, amici di caio, mafiosi, ecc. Figuriamoci cosa succederebbe se la totale discrezione di scelta andasse nelle mani di un corruttibilissimo funzionario pubblico! Si perderebbe anche quella microscintilla di professionalità e competenza che in alcuni rarissimi casi ancora sopravvive! Sono cosi avanti che quando guardo indietro vedo il futuro.
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Finché i titoli di studio avran "valore legale" la Scuola non potrà insegnare affatto, né formare per davvero la mente dei vari studenti. Personalmente, auspico un giorno in cui gli esami NON verran più fatti "al termine" (di un anno oppure di un ciclo di studio), bensì sempre all'inizio (saranno veri e propri "esami di ammissione" che attesteranno se chi chiede d'essere ammesso ha le basi culturali e intellettuali che dovrebbe legittimamente possedere in base a quanto gli è stato insegnato in tutti gli anni (e i cicli) percorsi in precedenza. In questa ottica, il solo e unico "esame finale" dovrebbe rimanere il cosiddetto "Esame di Maturità" (che dovrebbe essere obbligatorio per tutti in quanto dovrebbe rientrare a pieno titolo nella "Scuola dell'Obbligo" [che lo si superi oppure no]). Il quale NON dovrebbe dar diritto alcuno a niente: nemmeno a fare l'iscrizione all'Università (o a qualsivoglia altra scuola). Per iscriversi all'Università, OGNI aspirante-studente dovrebbe superare un apposito (ulteriore e molto approfondito) esame. La Laurea (come ogni altro "Titolo di Studio") non dovrebbe avere nessun "valore legale". Chiunque, senza titolo di studio di sorta, se ne è REALMENTE in grado, dovrebbe poter legittimamente ricoprire qualunque ruolo, mostrando nel concreto, "sul campo" il proprio effettivo valore.
E penso che è proprio il fatto che il potere decisionale NON è completamente nelle mani di chi "scuce lo stipendio" che qui la corruzione, sempre o quasi, sbeffeggia tutti quanti e se la ride (perché vince comunque, anche laddove non ci sembra). Non credo che "aumenterebbe il livello di corruzione", se si facesse così: son ben convinto, invece, che la corruzione, proprio, sparirebbe.
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