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Non ho letto tutto il topic, ma vorrei dire la mia sulle petizioni "Umanitarie". Io sono sempre stato scettico rispetto alle petizioni, soprattutto quelle che promuovono la libertà, la fame, la pace, ecc... Questo si chiama attivismo in pantofole, ovvero firmo per mettermi l'animo in pace ma tanto non faccio nulla per migliorare la situazione. Detto questo, non posso negare che questa petizione sia qualcosa di diverso, perchè lanciata direttamente dalla FAO. Sono comunque dello stesso parere... magari il miliardo di firme lo si raggiunge, ma credete che cambierà qualche cosa? Ne dubito fortemente... By Granuz88
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granuz88 ha scritto:Detto questo, non posso negare che questa petizione sia qualcosa di diverso, perchè lanciata direttamente dalla FAO. Sono comunque dello stesso parere... magari il miliardo di firme lo si raggiunge, ma credete che cambierà qualche cosa? Ne dubito fortemente... Col miliardo di petizioni qualcosa sarà certamente cambiato: avremo consumato parecchia energia a discapito delle popolazioni del terzo mondo.....
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square ha scritto: Immagino che tale ipotesi sia stata fatta dalla FAO presupponendo che nel 2050 TUTTI gli Stati della Terra cooperino carinamente ed efficientemente, che i suoli e le possibilità produttive siano almeno come ora …
Esatto Square, non essendo esperto in materia, mi sono basato sugli studi Fao, che si appoggia sull'analisi di fior di studiosi... La sintesi che ne ho ricavato è questa, che le risorse saranno sufficienti - in virtù del biotech, e considerando anche un mutamento climatico che da qui al 2050 comporti una riduzione delle risorse idriche stimato dal 20 al 30%. Questo dal punto di vista tecnico e io l'assumo per buono: poi bisognerà vedere la sintesi delle volontà politiche a livello mondiale e qui ho i tuoi stessi dubbi... GRANUZ: personalmente, non mi limito alle petizioni, e da parecchi anni. Credo però che anche la semplice petizione possa rappresentare uno degli strumenti per sensibilizzare a un problema e a motivare a raccogliere informazioni sullo stesso. In questo senso, ho ritenuto di utilizzare come veicolo anche questo forum, sapendo che ci sono tante persone intelligenti e attive. Il resto sta ai singoli. Che decidano di indossare pantofole o scarpe da footing dipenderà da loro e io non sto certo a sindacare le loro scelte e le loro sensibilità...
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5.180.000 all'anno? ma quanti sono in totale? e perchè li fanno? perchè passano intere giornate a pestare in un mortaio una manciata di grano quando con un macinino possono farlo in un minuto? perchè quando abbiamo messo dei pozzi con le pompe li hanno abbandonati per andare a raccogliere l'acqua coi secchi in un buco? perchè si vedono sempre immagini di persone statiche e mai qualcuno che semini o coltivi la terra?. questo buonismo delle nazioni serve solo per sfruttare le risorse minerarie e non per salvare dei popoli. se mandiamo un euro a loro arriva solo lo 0,0001, il resto si disperde in spese per conferenze, stipendi FARAONICI(e io ne so qualcosa), consulenze miliardarie ecc. la nostra africa l'abbiamo nel sud italia dove arrivano valanghe di aiuti finanziari e vengono ingurgitati da pochi lasciando tutto com'è
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giza ha scritto:................la nostra africa l'abbiamo nel sud italia dove arrivano valanghe di aiuti finanziari e vengono ingurgitati da pochi lasciando tutto com'è Sicuramente il Sud è un “settore” che funziona male, al pari del servizio sanitario nazionale o del sistema giudiziario. Da meridionale, preferirei mille volte che lo Stato si impegnasse a garantire un decente servizio statale-amministrativo ed una lotta veramente efficiente alla delinquenza, piuttosto che elargire aiuti e fondi che servono perlopiù a dare mezzi ricattatori ai partiti e bei guadagni a pochi pezzi grossi. Ma il paragone del Sud con l’Africa spero lo farai solo metaforicamente: da quanto tempo non esci dal loculo a farti un viaggetto? Inoltre, un pochino meno di disprezzo per quei poveracci che "passano intere giornate a pestare in un mortaio una manciata di grano", giza, giusto un po' di spirito "cristiano".
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perchè non recuperiamo i nostri cari vecchi macinini da caffè relegati in cantina e li mandiamo là? se seminassero un po di quei chicchi di grano e li coltivassero forse ne avrebbero di più, ma si sa è faticoso!!!
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Superato il terzo millennio di vecchiaia, sei diventato un po' acido.
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giza ha scritto:perchè non recuperiamo i nostri cari vecchi macinini da caffè relegati in cantina e li mandiamo là? se seminassero un po di quei chicchi di grano e li coltivassero forse ne avrebbero di più, ma si sa è faticoso!!! C'è qualcosa di cui non ci rendiamo conto, ma quello che manca in molti di quei paesi è l 'acqua. Il grano, ad esempio, è una cultura che richiede molta acqua. Tra una ventina d'anni, quando anche noi dovremo cominciare a razionare l'acqua, forse saremo più comprensivi e generosi (ma ne dubito...)
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epipactis ha scritto:giza ha scritto:perchè non recuperiamo i nostri cari vecchi macinini da caffè relegati in cantina e li mandiamo là? se seminassero un po di quei chicchi di grano e li coltivassero forse ne avrebbero di più, ma si sa è faticoso!!! C'è qualcosa di cui non ci rendiamo conto, ma quello che manca in molti di quei paesi è l 'acqua. Il grano, ad esempio, è una cultura che richiede molta acqua. Tra una ventina d'anni, quando anche noi dovremo cominciare a razionare l'acqua, forse saremo più comprensivi e generosi (ma ne dubito...) mai parole furono così ............ adeguate
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non prendiamoci in giro,ogni giorno in tv e radio e giornali passano migliaia di appelli per la fame del mondo,è troviamo come testimonial dei personaggi famosi e conosciuti da tutti,sportivi,cantanti,attrici.Ieri o due giorni fà,ho letto che una nostra famosa interprete ,per la sua presenza ad uno spettacolo di beneficenza per qualcosa del genere,pretendeva 180mila euro di cachet,altro ,che beneficenza e fame nel mondo.Scusate il mio sfogo mattiniero.
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Gjack ha scritto:non prendiamoci in giro,............pretendeva 180mila euro di cachet,altro ,che beneficenza e fame nel mondo... L'ho letto, ma sono due cose completamente diverse, che non dobbiamo collegare fra di loro: da una parte c'è l'ingordigia e l'egoismo di una star; dall'altra parte c'è il problema della fame, reale e forte, che non c'entra niente col primo problema della star. Non possiamo essere scettici sul problema della fame perchè c'è una star avida di soldi, non sarebbe logico, ti pare?
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epi, se leggi bene il mio post ho scritto che sono stati installati un sacco di pompe per estrarre l'acqua e hanno sspiegato come gestirle ma sono state abbandonate. eppoi fanno 10 km al giorno tutti i giorni per andare a prendere l'acqua. ma perchè non si trasferiscono vicino alle pozze?
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giza ha scritto: sono stati installati un sacco di pompe per estrarre l'acqua e hanno sspiegato come gestirle ma sono state abbandonate. eppoi fanno 10 km al giorno tutti i giorni per andare a prendere l'acqua. ma perchè non si trasferiscono vicino alle pozze? tu che risposta ti dai?
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francesca64 ha scritto:... tu che risposta ti dai? Se m'è concesso inserirmi (anche se non l'hai chiesto a me)... La risposta è che NON POSSONO. Il che non spiega niente, se non si va a guardar PERCHÉ "non possono"... ... e qui comincian le sorprese! Innanzitutto, perché luoghi e popoli diversi comportano ragioni (e impossibilità) diverse fra di loro. Ragioni che ci paion talora anche bizzare e spesso sorprendenti. In molte zone d'Africa, ad esempio, la ragione principale che rende impossibile cercare di risolver "ragionevolmente" (almeno nel possibile, nel concreto e nel reale) il problema drammatico della carenza d'acqua "potabile" è la natura tribale della spartizione del potere, delle risorse e del territorio. Sembra sia cosa assai risibile, da poco. Ma non è affatto facile porre un buon rimedio: qualunque soluzione che cerchi di "superare per davvero" i limiti della "tribalità" (concetto che include -in certe tradizioni, a volte molto antiche- anche un vero e proprio "inestinguibile odio razziale reciproco fra tribù differenti (così come -assai spesso- anche fra clan rivali appartenenti a una medesima tribù)", soluzione che sarebbe -di necessità- d'ordine precipuamente "culturale" e andrebbe CONTRO le tradizioni locali più antiche e unanimemente rispettate, costituerebbe "di per sé" un attacco MORTALE alla cultura secolare -e, ancor più, alla cultura "spirituale"- sviluppata nei secoli da quelle tribù... Insomma, cercare di risolvere davvero certi problemi, a parer mio, è una fatica immane che non darà nessuna gloria a chi ci riuscirà (anzi!... io son persuaso che chiunque riuscirà a risolvere questi problemi verrà bollato d'odio e odiato a morte proprio da quei popoli e da quelle culture che, dalle sue "soluzioni", potranno trar vantaggio)...
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Monsee Ovviamente quella che definisci "la risposta" non è niente di più che la tua risposta. Penso che parli -ancora una volta- di cose che non conosci veramente. Ecco un altra visione dell'Africa e del tribalismo africano: http://www.eddyburg.it/index.php/article/articleview/13439/0/351/che sfratta qualche cliché troppo "comodo".
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monsee ha scritto:francesca64 ha scritto:... tu che risposta ti dai? Se m'è concesso inserirmi (anche se non l'hai chiesto a me)... La risposta è che NON POSSONO. Il che non spiega niente, se non si va a guardar PERCHÉ "non possono"... ... e qui comincian le sorprese!...................... certo che ti è concesso!!!!!!!!!! voglio precisare che la mia era una domanda "volutamente provocatoria".......... poichè le affermazioni di giza mi avevano decisamente turbata e disturbata............ le tue affermazioni le condivido ma non le ritengo prioritarie,credo sia più importante risalire a monte di tanta tragedia............. credo sia questo un argomento vasto e di gran lunga complesso ma.......... non gettiamo fango su questa povera gente che di fango ne hanno già fin troppo senza averlo cercato
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sioux ha scritto:Monsee Ovviamente quella che definisci "la risposta" non è niente di più che la tua risposta. Penso che parli -ancora una volta- di cose che non conosci veramente. Ecco un altra visione dell'Africa e del tribalismo africano: http://www.eddyburg.it/index.php/article/articleview/13439/0/351/che sfratta qualche cliché troppo "comodo". Quella che ho definito "risposta" è la risposta (che condivido, ovviamente, ma della quale non posso ascrivermi merito alcuno [giacché nasce dalle riflessioni e dal lavoro "sul campo" di moltissimi altri]) che mi sono provato ad esporre alla domanda posta da Francesca. Se leggi attentamente quel che ho scritto, vedrai che non ho indicato alcuna "soluzione" (né richiedeva questo la domanda posta da Francesca). Mi sono limitato a sottolineare una cosa ch'è vera ( dolorosamente vera, ahinoi, giacché rende assai arduo trovar delle effettive soluzioni), ossia che esistono delle RAGIONI (che variano secondo i casi, le culture e i luoghi, ragioni spesso abbastanza astruse e scarsamente valide da un punto di vista "esterno", ma assolutamente insuperabili da parte della gente che dalla risoluzione dei problemi trarrebbe tutti i vantaggi) che impediscono di poter accedere a tutte o quasi le più efficaci (e ragionevoli) potenziali soluzioni del problema (mi riferisco al "problema approvvigionamento di acqua potabile", nello specifico: problema che, per pochi casi [specifici e ben delimitati], ho avuto modo di poter considerare attentamente e di studiare -nell'ambito di una valida equipe i cui ragguardevoli sforzi hanno, poi, avuto esiti esilissimi- abbastanza approfonditamente [le zone interessate si trovan soprattutto in Africa e -pochissime, in verità- in Asia... zone comunque ben delimitate entro regioni geografiche ridotte]). E ho portato come esempio un problema assai serio (e assai vero) che affligge chiunque cerchi di porre -ma sul serio- un rimedio alla penuria d'acqua presso certe popolazioni africane: tale problema nasce dalla tribalità (e dalle lotte di potere che si sviluppano all'interno di ciascun gruppo tribale [i cui aspiranti-leaders mostran un'inesauribile tendenza a cercar "terreno di scontro" con le tribù circonvicine [o con clan differenti della loro stessa tribù] e che appaiono, a me come a tanti altri che si son trovati dinnanzi al problema, essere "fisiologiche" al generale sistema). Non sempre e non ovunque accade questo: nei casi che avevo in mente io portando tale esempio, comunque, è proprio e unicamente quel che accade. Non penso davvero d'aver dei cliché, né li reputo comodi (meglio guardare dritto in faccia la realtà dei fatti, anche quando non piace, dato che quel che preme è analizzar davvero, affrontare e risolvere un problema materiale e prettamente PRATICO [fornire acqua potabile laddove ce n'è poca e ne serve di più]). E non son neanche tipo da coltivar cliché (che tu ci creda o no). Nessuna analisi dei fatti che sia men che OGGETTIVA, in campi come questo, potrebbe andare mai lontano... Il punto vero (e, posso riconoscerlo, anche "fastidioso") che io ho posto è che sarà comunque assai difficile (anche se -spero- non del tutto impossibile) risolver certi problemi in tempi abbastanza brevi noi senza modificar profondamente le "strutture culturali" loro. Si tratta, dunque, di una questione di natura prettamente etica. Che NON viene risolta affatto dando A LORO tempo e modo di risolvere i problemi: perché, se è vero (come è vero) che, alla fine, li risolveranno -e ci si può contare!- non meno vero è che, per fare questo, servirà loro ancora molto tempo, tempo che è necessario proprio per lasciare che quegli stessi "ostacoli culturali" derivanti dalle tradizioni loro, per naturale evoluzione, vengan superati e (da loro stessi, autonomamente) cancellati. Insomma, a meno di trovate davvero geniali, la scelta è fra questi due corni del dilemma: 1) accelerare i tempi noi e dare loro modo di risolvere i loro problemi (col che, avremmo -necessariamente, seppure involontariamente e "a puro fin di bene"- una sorta di nostra "impropria" influenza culturale che probabilmente stravolgerebbe la loro cultura tradizionale [non tanto "per quel che riguarda l'Uomo", ma "per quel che riguarda la convivenza sociale"]); 2) lasciare che "il tempo faccia il suo corso" (e che sian loro stessi, evolvendosi, a ripudiar quelle tradizioni culturali che li stanno affossando), accettando l'idea che la soluzione vera emerga molto più in là negli anni (quindi, con molta più sofferenza e molti più morti... e molte più generazioni esposte ai rischi della sete e dell'inedia), restando, alla fine, con la consapevolezza di non aver interferito affatto nella loro naturale evoluzione culturale e, a prezzo di quelle generazioni in più che hanno sofferto anche a cagion del nostro "pallido/pavido intervento", poterci trovare domani ad affermare che NON abbiamo fatto niente (anche se avremmo potuto farlo di sicuro) per "colonizzare", "indirizzare artatamente" e -alla fine- "modificare", stravolgendole, le loro specifiche radici culturali locali... Non credo che ci possa esser soluzione alcuna (ma unicamente e solo palliativi, estenuanti -per noi- e inutili -per loro,- che incancreniscono i problemi) se non adotteremo l'una o l'altra scelta. La prima salverebbe assai più vite (darebbe vite assai meno stentate a più generazioni), ma ci esporrebbe, dopo, all'accusa di "aver sconvolto le antiche tradizioni"; la seconda, darebbe l'impressione che facciam poco o niente (anche se non sarebbe affatto vero; ma non potremmo certo porci a disquisir la cosa: meglio che lo si creda e buonanotte, così si accorcerebbero i tempi per un'efficace soluzione e soffrirebbe un poco meno gente), ma ci porrebbe in grado, a questione risolta, di dire che non abbiam scientemente fatto niente per "distruggere le antiche tradizioni" [giacché ci avranno pensato loro stessi, percorrendo coi propri piedi la strada che li ha condotti a risolvere i problemi, a cancellar definitivamente quelle "antiche tradizioni"]).
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francesca64 ha scritto:non gettiamo fango su questa povera gente Non ho ragione alcuna di "gettare fango" sopra popolo alcuno (quale che sia). Non credo affatto che sia "la gente", il problema. Il problema è, invece, il "quadro di comando" (le vie da cui discende). Non è il popolo, il problema: "il sistema" (il sistema generale di potere, intendo) è il problema.
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Monsee; Hai scritto: "Quella che ho definito "risposta" è la risposta (che condivido, ovviamente, ma della quale non posso ascrivermi merito alcuno [giacché nasce dalle riflessioni e dal lavoro "sul campo" di moltissimi altri]) che mi sono provato ad esporre alla domanda posta da Francesca\..." - Grazie della precisazione.
Siamo tutti figli di Mama Africa; chi più, chi meno. Ne voglio per prova schiacciante la tua arte della Palabre. :) generale sistema cultura tradizionale "ostacoli culturali" naturale evoluzione influenza culturale specifiche radici culturali locali distruggere le antiche tradizioni Il male è fatto. La loro cultura tradizionale,l'abbiamo fottuta da tempo, ormai. E stiamo qui a cercare di capire come applicare un cerotto su una gamba di legno. Mah, stamane sono nero. Come ogni volta che sento discorrere sulla mia Africa.... Ciao
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sioux ha scritto:Il male è fatto. Vero, come anche Storia dimostra. Ma noi (intendo, noi che stiamo discutendo) non eravamo manco nati, in quel momento. Non avremmo potuto, dunque, farci assolutamente niente... Riconosciuto il grande errore fatto dai tanti nostri avi (com'è, peraltro, giusto), ci resta da capir se esiste un qualche modo vero di far qualcosa di buono in quell'ambito e per quella gente (senza ripetere in nulla gli errori del passato). E la mia conclusione, a tal riguardo, è che l'impresa sarà assai difficile e probabilmente non breve... sioux ha scritto:stiamo qui a cercare di capire come applicare un cerotto su una gamba di legno. Sì, direi ch'è verosimile. Ma onestamente penso che, in gioco. ci son vite reali: è, dunque, per loro che vale -almeno, m'auguro!- la pena di fondersi il cervello cercando di applicar meglio possibile i cerotti... Sperando che ricresca anche la gamba, se ci saran le condizioni, col suo dovuto tempo...
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