Siamo nel medioevo.
Ecco dunque una canzone di gesta che trasmetterà alle generazioni future la nobile epopea di Cazzulloant, cavaliere solitario lanciato alla ricerca del Graal*
(*leggere "un minimo di civismo").
Il grigiore dell'alba promette noia.
Un cavaliere si avvicina alle mura.
Ma, dalla torre di guardia, Ecofive veglia.
Il viaggiatore sfoggia uno stemma
che nostro cerbero subito inquadra:
[[Ritornello]]
" Altolà, polveroso amico.
Questo blasone ti sarà prezioso,
ma qui da noi è già in uso.
Capirai senza indugio
che ti conviene abbandonarlo.
[[Fine ritornello]]
Il solitario para con voce flebile:
"Ma, Sire, la cosa mi sembra futile:
in fondo; si tratta solo di un utensile.
Vengo in pace, con spirito duttile
propongo di parlarne, sempre che sia utile,
ad acque più tranquille."
Dal nulla sorge la soldatesca:
Tamagon lancia una freccetta.
Che bella cosa la fratellanza
sopratutto se è cieca
e del contesto se ne frega.
[[Ritornello]]
" Altolà, polveroso amico.
Questo blasone ti sarà prezioso,
ma qui da noi è già in uso.
Capirai senza indugio
che ti conviene abbandonarlo.
[[Fine ritornello]]
Irrompe Pidue, il spodestato:
"Con il simbolo qui non scherziamo:
Dama Deathh rischio il rogo
perché il suo fu irrispettoso.
Invoco il diritto del suolo
per ribadirti nostro giudizio:"
[[Ritornello]]
" Altolà, polveroso amico.
Questo blasone ti sarà prezioso,
ma qui da noi è già in uso.
Capirai senza indugio
che ti conviene abbandonarlo.
[[Fine ritornello]]
Il viaggiatore è oramai rassegnato:
nessun rifugio in quel castello.
Chi mai l'avrebbe detto:
questo colpo del destino
dal suo fedele scudo fu sferrato!
[[Ritornello]]
" Altolà, polveroso amico.
Questo blasone ti sarà prezioso,
ma qui da noi è già in uso.
Capirai senza indugio
che ti conviene abbandonarlo.
[[Fine ritornello]]
Sperona la puledra stremata
deciso a proseguire la strada
quando, da sotto le mura,
sente una voce cavernosa.
è Deathh la Dama reclusa:
"Come compatisco, sfortunato amico.
Il blasone che mi valse questo ritiro
Da un Sassone mi fu regalato.
Porta scritte nel suo linguaggio
che non ho mai veramente capito."
Nobile Dama, capisco il Suo languore.
Questa gente è senza cuore.
Ma io non nutrisco rancore:
Meglio una ritirata con pudore
che una battaglia senza onore.
- Questo è quanto. Scritto senza pretese -fra doccia e caffè- da uno sconosciuto nel anno di grazia 2010. Venne poi immortalato su manoscritto virtuale, ripreso da copisti atei e cantato da menestrelli pazzi in tutto il reame.
PS:
Si sussulta che dalla vergogna
la corte fu poi sommersa.
Il re apprese la notizia
e fece tagliare qualche testa.