Probabilmente, mi sarò espresso male: NON
difendo, io, tale "direttiva". Semplicemente, notavo che si trattava di un'emanazione regionale (non imputabile, dunque, al Governo nazionale, bensì a quello Regionale di quella specifica Regione) e che nulla c'entrava, in conseguenza, la Gelmini (né l'operato suo). Insomma, intendevo che, se invece che della riforma Gelmini si fosse proibito di commentar qualcos'altro (un'altra qualsivoglia proposta di riforma, putacaso), la questione non sarebbe mutata -almeno, per me- d'un capello. Non è, dunque, il fatto che non si possa criticare QUESTA riforma, che è grave: è il fatto
secco che non si possa esprimere la propria (libera)
capacità critica (sia pure -perché no?- a fini puramente
costruttivi).