azzurrag ha scritto:a.roselli ha scritto:Si può scomunicare chi è religioso non chi non lo è.
Non sono un'esperta e posso sbagliare, ma se si è stati battezzati (e forse anche se è stata fatta la prima Comunione?), per definirsi e professarsi in un successivo momento non credenti o atei, bisogna abiurare (con atto solenne/giuramento pubblico) la (propria ex) fede o dottrina riconosciuta falsa.
Solo in questo modo, la scomunica non ha significato concreto.
Tecnicamente inappuntabile (sul piano della pura teologia, intendo).
Personalmente, non solo sono stato battezzato, ma ho pure fatto la Prima Comunione (credevo veramente in Dio, a quei tempi!) e ricevuto addirittura il Sacramento della Cresima (e proprio durante gli studi fatti per meglio capir cos'era per davvero che stavo andando a fare, mi sono accorto che non c'era, nella religione in cui ero stato posto, proprio niente di vero). La Cresima, difatti, l'ho fatta qualche giorno dopo aver raggiunto la piena consapevolezza che non c'era -né mai c'era stata- "divinità" di sorta, che le sole creature a poter scegliere se essere "creature del male" (ma anche -quando lo scelgono- le sole "creature del bene") sono gli esseri
umani, del tutto indipendentemente dalla religione in cui son stati educati. Non esistono angeli, né ci sono i demoni. Non c'è nessun Dio.
E tuttavia, benché avessi capito che non c'erano né il diavolo né Dio, per non deludere le aspettative di mia nonna e di mia madre, feci la Cresima comunque. Nei successivi giorni, poi, sottoposi la mia scelta di abbracciar senza riserve l'ateismo ad un'analisi profonda e dettagliata. Speravo di trovare qualche straccio di motivo per dare un senso alla mia Cresima e far contenta nonna. Ma non ci son riuscito. Di fatto, più guardavo le cose in profondità, più mi rendevo conto che la
religio nostra non val più delle altre (della religione etrusca, per esempio, o di quella romana, o quella egizia, o quella dell'antica grecia, etc...) e che son, tutte quante -nel migliore dei casi,- al limite, "pie leggende"...
Quando lo dissi a nonna, mi stupì. Rispose: "Nemmeno io ci ho mai creduto, in Dio. Ma ci credono
tutti, per cui stai più tranquillo se fingi di crederci anche tu. Una noce dentro a un sacco non farà
mai rumore: anche se è tutto quanto falso, questo non cambierà le cose. Meglio non ribellarsi e fingere di adeguarsi: si vive più sereni e più tranquilli. Certo, non cambierà mai niente, a questo modo, ma anche se ti provassi a cambiare le cose, da solo, ti prenderesti solamente tante bastonate... Col che non cambierebbe un bel niente, in ogni caso."
Vent'anni e qualcosa più tardi, ho scoperto che neanche mia madre ha mai creduto nella religione o in Dio...
Se penso che ho fatto la Cresima solo perché non me la son sentita di dar loro una delusione!...
Il piano "pratico", concreto, comunque, non è sempre ben relato al piano teorico. Dai 13 anni in poi, io sono stato ateo, completamente e serenamente. Non mi considero "cristiano" (e neanche altro, a dire il vero): non coltivo, né ho nessunissima
fede (considero
falsa ogni fede). E quando leggo che chi non crede in Dio dovrà affrontare, alla fine dei conti, la collera divina di Domineddio, mi viene in mente una bellissima poesia di Charles Baudelaire (quella sui figli di Caino che s'ergono a giudicare Dio, una delle più belle dei
Fiori del Male) e mi domando come potrebbe mai Domineddio riuscire a "fare i conti" con la collera umana che s'alzerebbe, qualora veramente egli fosse, sicuramente contro di lui...
Finissi pure per l'eternità all'inferno (anziché, come del resto finirò, semplicemente
morendo), non me ne importa niente, a conti fatti.